Si sa poco delle
visite di Leni a Rahel, dato che alle suore residenti in quell’istituto non preme
molto mettere troppo in evidenza la familiarità che Leni aveva con Rahel, e ciò
in base a certi progetti cui Margret ha già accennato, ma che dovremo ancora
svelare.
Anche in questo caso
occorreva aver riguardo per un teste che si è esposto non poco con l’A. e che
ha dovuto pagarla cara; si tratta del giardiniere Alfred Scheukens, il quale, a
partire dal 1941, avendo subito un’amputazione alla gamba e al braccio quando
non aveva ancora venticinque anni, venne assegnato alle suore come giardiniere
e portiere aggiunto e che deve essere stato abbastanza al corrente sulle visite
di Leni. Lo potemmo interrogare due volte sole; dopo il secondo colloquio
venne... trasferito in un convento della Renania inferiore, e quando tentammo
di scovarlo laggiù lo avevano già trasferito anche di là, e una suora di circa
quarantacinque anni e molto energica, di nome Sapientia, fece capire abbastanza
chiaro all’A. che non ci si sentiva in dovere di dare informazioni sulla
politica che l’ordine perseguiva col proprio personale. Dato che la sparizione
di Scheukens è piuttosto vicina nel tempo al rifiuto di suor Cecilia di
concedere all’A. un quarto colloquio, stavolta esclusivamente su Rahel, l’A.
suppone ci siano state manovre e intrighi, e intanto ne ha anche scoperto la
causa: l’ordine cerca di mettere in piedi un culto di Rahel, se non addirittura
di introdurre una causa di beatificazione o di santificazione, e dato un tal
fine, «le spie» (cosi venne definito PA.), e certamente anche Leni non sono
visti di buon occhio. Finché Scheukens parlò e potè parlare perché non s’immaginava
di che cosa parlasse, fece comunque mettere a verbale che fino alla metà del
1942 aveva introdotto segretamente Leni da Rahel due, e anche tre volte la
settimana, facendola entrare nel terreno del convento attraverso la portineria:
«una volta dentro, poi, conosceva bene i posti». Lotte, che non ha mai avuto
«molta stima di questa suora mistica e misteriosa», non sa dirci nulla in
proposito, e a Margret pare che Leni abbia riferito solo della morte di Rahel.
«È intristita, là dentro, - mi ha detto, - è morta di fame, benché in ultimo io
le abbia sempre portato da mangiare, e dopo morta l’hanno seppellita in
giardino senza lapide né niente. Appena arrivata ho sentito subito che non
c’era più, e Scheukens mi ha detto: “Ormai è inutile, signorina, inutile... o
vuol forse disseppellirla?” Allora sono andata dalla superiora e ho chiesto
energicamente di Rahel, e quella mi ha detto ch’era
partita, e io le ho
chiesto per dove, e allora la superiora si spaventò e mi disse: “Ma figliuola,
ha perso la testa? ” Be’, - continuò Margret, - sono contenta di non esserci
più andata e di aver trattenuto Leni dallo sporgere denuncia; poteva finir
male... per Leni, per il convento, per tutti. Quel suo “Il Signore è vicino” mi
è bastato... e se immagino che allora entrasse veramente dalla porta... » (qui
anche Margret si fa la croce).
«Naturalmente mi sono
chiesto (disse Scheukens durante il nostro ultimo incontro, quando si dimostrò
ancora loquace) che donna fosse quella, sempre così elegante e con una bella
macchina; la moglie o l’amica di un pezzo grosso del partito, pensavo - a queitempi,
chi poteva permettersi una macchina privata? - uno del partito o un
industriale.
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