5 gennaio 2019

Einrich Boll – Foto di gruppo con signora

Einrich Boll – Foto di gruppo con signora

Si sa poco delle visite di Leni a Rahel, dato che alle suore residenti in quell’istituto non preme molto mettere troppo in evidenza la familiarità che Leni aveva con Rahel, e ciò in base a certi progetti cui Margret ha già accennato, ma che dovremo ancora svelare.
Anche in questo caso occorreva aver riguardo per un teste che si è esposto non poco con l’A. e che ha dovuto pagarla cara; si tratta del giardiniere Alfred Scheukens, il quale, a partire dal 1941, avendo subito un’amputazione alla gamba e al braccio quando non aveva ancora venticinque anni, venne assegnato alle suore come giardiniere e portiere aggiunto e che deve essere stato abbastanza al corrente sulle visite di Leni. Lo potemmo interrogare due volte sole; dopo il secondo colloquio venne... trasferito in un convento della Renania inferiore, e quando tentammo di scovarlo laggiù lo avevano già trasferito anche di là, e una suora di circa quarantacinque anni e molto energica, di nome Sapientia, fece capire abbastanza chiaro all’A. che non ci si sentiva in dovere di dare informazioni sulla politica che l’ordine perseguiva col proprio personale. Dato che la sparizione di Scheukens è piuttosto vicina nel tempo al rifiuto di suor Cecilia di concedere all’A. un quarto colloquio, stavolta esclusivamente su Rahel, l’A. suppone ci siano state manovre e intrighi, e intanto ne ha anche scoperto la causa: l’ordine cerca di mettere in piedi un culto di Rahel, se non addirittura di introdurre una causa di beatificazione o di santificazione, e dato un tal fine, «le spie» (cosi venne definito PA.), e certamente anche Leni non sono visti di buon occhio. Finché Scheukens parlò e potè parlare perché non s’immaginava di che cosa parlasse, fece comunque mettere a verbale che fino alla metà del 1942 aveva introdotto segretamente Leni da Rahel due, e anche tre volte la settimana, facendola entrare nel terreno del convento attraverso la portineria: «una volta dentro, poi, conosceva bene i posti». Lotte, che non ha mai avuto «molta stima di questa suora mistica e misteriosa», non sa dirci nulla in proposito, e a Margret pare che Leni abbia riferito solo della morte di Rahel. «È intristita, là dentro, - mi ha detto, - è morta di fame, benché in ultimo io le abbia sempre portato da mangiare, e dopo morta l’hanno seppellita in giardino senza lapide né niente. Appena arrivata ho sentito subito che non c’era più, e Scheukens mi ha detto: “Ormai è inutile, signorina, inutile... o vuol forse disseppellirla?” Allora sono andata dalla superiora e ho chiesto energicamente di Rahel, e quella mi ha detto ch’era
partita, e io le ho chiesto per dove, e allora la superiora si spaventò e mi disse: “Ma figliuola, ha perso la testa? ” Be’, - continuò Margret, - sono contenta di non esserci più andata e di aver trattenuto Leni dallo sporgere denuncia; poteva finir male... per Leni, per il convento, per tutti. Quel suo “Il Signore è vicino” mi è bastato... e se immagino che allora entrasse veramente dalla porta... » (qui anche Margret si fa la croce).
«Naturalmente mi sono chiesto (disse Scheukens durante il nostro ultimo incontro, quando si dimostrò ancora loquace) che donna fosse quella, sempre così elegante e con una bella macchina; la moglie o l’amica di un pezzo grosso del partito, pensavo - a queitempi, chi poteva permettersi una macchina privata? - uno del partito o un industriale.

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