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4 gennaio 2019

Il cantore - Wolfgang Goethe

Domenico Gnoli - Partizione centrale, 1969, acrilico e sabbia su tela, collezione privata.
Il cantore - Wolfgang Goethe

«Al di là del portone che cosa sento,
che cosa risuona sul ponte?
Lascia che al nostro orecchio
nella sala risuoni la canzone!»
Fu il re a parlare, il paggio corse,
tornò il ragazzo, e il re ad alta voce:
«Fatemi entrare il vecchio!»
«Nobili signori, il mio saluto vi sia dato,
il mio saluto, belle dame, a voi!
Che ricco cielo, astro vicino ad astro!
Chi mai conosce i loro nomi?
Nella sala di sfarzo e di splendore,
occhi chiudetevi; qui non è l'ora
di rallegrarsi per la meraviglia.»
Il cantore strinse gli occhi
per toccare le corde a piene note;
i cavalieri guardavano animosi,
e, a capo chino, le belle donne.
Il re, tanto la canzone gli piacque,
ordina che in onore della sua arte
gli sia portata una collana d'oro.
«Non a me, ma ai cavalieri
l'aurea collana tu devi darla,
di fronte al loro aspetto fiero
le lance nemiche si schiantano.
Dàlla al cancelliere che hai,
e fa' che agli altri gravami
anche questo, d'oro, si aggiunga.
Come l'uccello che dimora
in mezzo ai rami, io canto;
la canzone che erompe dalla gola
è un compenso ricco e lauto.
Se posso, ti prego solo di una cosa:
fa' che mi diano in una coppa
d'oro puro il vino migliore.»
Alzò la coppa e la bevve tutta:
«O bevanda dal soave ristoro!
O felice la casa amica della fortuna,
dove questo è un piccolo dono!
Nella prosperità pensate a me
e ringraziate Dio con il fervore che
ho verso di voi per questa bevanda.»

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