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8 marzo 2019

da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

Uberto Bonetti - Sanremo
da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia
Immobile, incantata, Carla guardava ora Leo, quelle mani posate sul volante, quella maniera calma e riflessiva di guidare, ora la strada; questi particolari l'affascinavano; ella aveva la mente vuota. Così, quando, dopo dieci minuti, l'automobile si fermò improvvisamente e questo pensiero le venne: "siamo arrivati", l'impressione fu tale che il respiro le mancò.
Ma Leo discese e le ingiunse: "Aspetta qui." Lo vide, attraverso i vetri bagnati del parabrise, aprir qualche cosa di nero che le sembrò un cancello e poi scomparire nell'oscurità del giardino. "Bisogna
mettere dentro la macchina" pensò; infatti un rumore di saracinesca le giunse attraverso la pioggia, la figura dell'uomo riapparve, egli risalì, e senza curarsi minimamente di lei, guidò la macchina prima sulla ghiaia intrisa, poi dentro l'antro buio della rimessa; puzzo di benzina e d'acciaio oliato; un lanternino rosso in un angolo; discesero ambedue e non senza sforzo abbassarono la saracinesca; dopo di che, Leo, meticolosamente, ne inchiavò il lucchetto.

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