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26 maggio 2019

da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

Felice Casaroti - Nudo disteso sul panno, 1937-1938
da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia
 
Chiuse gli occhi stanchi: era appena un minuto e le pareva un'ora che stava in quel letto: "Perché Leo non viene?" si domandò ad un tratto. Questo pensiero ne trascinò degli altri: "Non mi volterò se non quando avrà spento la luce" si disse senza odio: "non voglio vederlo..."
Rabbrividì: "è la fine" pensò distrattamente e senza convinzione; ora da quella volontà di distruzione che l'aveva portata fino a quel letto nasceva in lei un desiderio avido dell'oscurità nella quale tra poco si sarebbe abbracciata all'amante; immaginava, non senza turbamento, non sapeva se per una voglia istintiva di godere o per quel suo programma di avvilirsi completamente, di buttarsi, nelle tenebre e nella promiscuità di quella notte, a tutte le più bestiali sfrenatezze di cui pur senza aver la conoscenza aveva da tempo indovinato l'esistenza; ma queste eccitate fantasie non la distraevano dall'attesa: "Perché Leo non viene?" si ripeteva ogni tanto... E poi, rotta dalle fatiche di questa lussuria, si sarebbe addormentata accanto all'amante; quest'idea le piacque, chissà perché, e già pensava che doveva essere insieme dolce e triste dormire in compagnia, l'uno a fianco dell'altro, magari abbracciati, nudi e uniti, nella notte; e quasi ne provava dell'affetto per Leo, e immaginava che non si sarebbe mossa, che avrebbe trattenuto anche il respiro per non destarlo... quando la porta del bagno si aprì con un tintinnìo di vetri.

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