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28 maggio 2019

da Storia del Marxismo contemporaneo – Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

da Storia del Marxismo contemporaneo – Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Ma nel 1917 il partito bolscevico nel suo insieme condivideva il punto di vista che sette anni più tardi verrà detto trozkista. Esso considerava la rivoluzione russa come momento e parte costitutiva,  anzi come la forza motrice stessa della rivoluzione mondiale. Così si chiarisce il ruolo dirigente determinante svolto da Trockij nella rivoluzione del 1917. La sua personale genialità, il suo talento di dirigente, il suo senso strategico e la sua abilità tattica l’hanno aiutato ad assumere questo ruolo, ma in definitiva non hanno fatto altro che esprimere più chiaramente questa armonia sostanziale senza la quale queste qualità non avrebbero avuto più peso di quanto ebbero nel 1923 o nel 1927 nel corso immediato degli avvenimenti, cioè molto poco.
Tutti i testi, tutte le dichiarazioni, tutti i dibattiti mostrano che nel 1917 tutti i dirigenti bolscevichi davano alla rivoluzione in Russia questa dimensione internazionale. È per questo motivo che la discussione sulla pace di Brest-Litvosk suscita dal 1918 un dibattito, una polemica così violenta da sconvolgere ogni cosa a proposito di un solo ed unico problema: è la guerra rivoluzionaria o la sottoscrizione del trattato e la pace che garantisce un rapporto migliore tra la rivoluzione russa e la rivoluzione mondiale? Alla riunione del comitato centrale dell’11 gennaio 1918 Lenin dichiara, ad esempio:

Esiste in occidente un movimento di massa, ma la rivoluzione non èn ancora iniziata. Tuttavia se in virtù di questo noi cambiamo tattica,  noi diverremo dei traditori della causa del socialismo internazionale […]. Se crediamo che il movimento tedesco possa svilupparsi immediatamente nel caso di una rottura delle trattative, noi dobbiamo sacrificarci, essendo scontato che la rivoluzione tedesca sarà di una violenza superiore alla nostra. Ma l’essenziale è che là il movimento non è ancora iniziato, mentre da noi ha già dato vita ad un nuovo stato nato dalla voce acuta.

Nella stessa riunione il comunista di sinistra Oppokov giustifica la guerra rivoluzionaria con la dichiarazione : “ È proprio il nostro soffocamento che potrà far scoppiare la rivoluzione in occidente. Dzerzinskij aggiunge: “Noi, per quanto ci riguarda, dobbiamo dare all’occidente appoggio mediante la nostra forza”. Seguieiev (Artion) precisa: “Tutti gli oratori sono d’accordo sul fatto che la nostra repubblica socialista è minacciata di morte se la rivoluzione socialista tarda a scoppiare in occidente”. Egli ritiene che questa rivoluzione possa da potenziale divenire una forza certa ci vuole del tempo e che per guadagnare questo tempo occorre siglare la pace. Tutte le posizioni, le divergenze più estreme partono da questo punto comune: il rapporto stretto, vitale che lega la rivoluzione russa alla rivoluzione europea. E quando Stalin e Zinov’ev sottovalutano questo rapporto, Lenin li critica vivamente. Nessuno pensa in quel momento alla possibilità della costruzione del “socialismo in un solo paese”.

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