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16 maggio 2019

da "Vita di Antonio Gramsci" - Giuseppe Fiori

da "Vita di Antonio Gramsci" - Giuseppe Fiori

La sonorità del tribuno non era di Gramsci; il suo discorso sembrava venire direttamente dal cervello, non da polmoni e gola. Aveva scritto Gobetti su “La rivoluzione liberale”, all’indomani delle elezioni d’aprile: “Se Gramsci parlerà a Montecitorio vedremo probabilmente i deputati fascisti raccolti e silenziosi a udire la sua voce sottile ed esile e nello sforzo di ascoltare parrà loro di provare un’emozione nuova di pensiero. La dialettica di Gramsci non protesta contro i brogli o le truffe ma ne documenta, dalle pure altezze dell’idea hegeliana, la insopprimibile necessità per un governo borghese”. Parole profetiche. “Mentre Gramsci parlava”, ricorda Velio Spano, “tutti i deputati si erano riversati sui banchi dell’estrema sinistra, per udirne meglio la debole voce inflessibile. Una grande fotografia pubblicata da un giornale romano mostrava il capo del governo fascista con la mano tesa dietro l’orecchio in uno sforzo d’attenzione”. Calmo Gramsci analizzava la sostanza di classe della massoneria* e del fascismo**. E ne traeva una prima conseguenza:

“Il fascismo lotta contro la sola forza efficientemente che la borghesia avesse in Italia, per soppiantarla nella occupazione dei posti che lo Stato dà ai suoi funzionari. La rivoluzione fascista è solo la sostituzione di un personale amministrativo ad un altro personale.
MUSSOLINI: Di una classe ad un’altra, com’è avvenuto in Russia, come avviene normalmente in tutte le rivoluzioni, come noi faremo metodicamente…
GRAMSCI: È una rivoluzione solo quella che si basa su una nuova classe. Il fascismo non si basa su nessuna classe che non fosse già al potere…
MUSSOLINI: Ma se gran parte dei capitalisti ci sono contro, ma se vi cito dei grandissimi capitalisti che ci votano contro, che sono all’opposizione, i Motta, i Conti…
FARINACCI: E sussidiano i giornali sovversivi!
MUSSOLINI: L’Alta Banca non è fascista, voi lo sapete!

Era facile per Gramsci obiettare che il fascismo si preparava appunto al compromesso con le forze non ancora assorbite nel sistema:

Il fascismo non è riuscito completamente ad attuare l’assorbimento di tutti i partiti nella sua organizzazione. Con la massoneria ha attuato la tattica politica del noyautage, poi il sistema terroristico dell’incendio delle logge; e infine impiega oggi l’azione legislativa per cui determinate personalità dell’Alta Banca e dell’alta burocrazia finiranno per l’accodarsi ai dominatori per non perdere il loro posto; ma con la massoneria, il Governo fascista dovrà venire a un compromesso. Come si fa quando un nemico è forte? Prima gli si rompono le gambe, poi si fa il compromesso in condizioni di evidente superiorità. […] Perciò, noi diciamo che in realtà la legge è fatta specialmente contro le organizzazioni operaie. Domandiamo perché da parecchi mesi a questa parte senza che il Partito Comunista sia stato dichiarato associazione a delinquere, i carabinieri arrestano i nostri compagni ogni qualvolta li trovano riuniti in numero di almeno tre…
MUSSOLINI: Facciamo quello che fate in Russia…
GRAMSCI: In Russia ci sono delle leggi che vengono osservate: voi avete le vostre leggi…
MUSSOLINI: Voi fate delle retate formidabili. Fate benissimo!
GRAMSCI: In realtà l’apparecchio poliziesco dello Stato considera già il Partito Comunista come un’organizzazione segreta.
MUSSOLINI: Non è vero!
GRAMSCI: Intanto si arresta senza nessuna imputazione specifica chiunque sia trovato in una riunione di tre persone, soltanto perché comunista, e lo si butta in carcere.
MUSSOLINI: Ma vengono presto scarcerati. Quanti sono in carcere? Li peschiamo semplicemente per riconoscerli.
GRAMSCI: È una forma di persecuzione sistematica, che anticipa e giustificherà l’applicazione della nuova legge. Il fascismo adotta gli stessi sistemi del governo Giolitti. Fate come facevano nel Mezzogiorno i mazzieri giolittiani che arrestavano gli elettori di opposizione… per conoscerli.
UNA VOCE: Ce ne è stato un caso solo. Lei non conosce il Meridione.

“Sono meridionale”, rispose subito Gramsci. Le continue interruzioni gli impedivano di svolgere un discorso linearmente. Sempre però riusciva a ritrovare il filo.

Poiché la massoneria passerà in massa al partito fascista e ne costituirà un tendenza, è chiaro che con questa legge voi sperate di impedire lo sviluppo di grandi organizzazioni operaie e contadine. Questo è il valore reale, il vero significato della legge. Qualche fascista ricorda ancora nebulosamente gli insegnamenti dei suoi vecchi maestri, di quando era rivoluzionario e socialista, e crede che una classe non possa rimanere tale permanentemente e svilupparsi fino alla conquista del potere, senza che essa abbia un partito ed una organizzazione che ne riassuma la parte migliore e più cosciente. C’è qualcosa di vero, in questa torbida perversione reazionaria degli insegnamenti marxisti.

Ma nella situazione data, era poi certo che la disgregazione dei partito operai avrebbe ricacciato indietro per sempre le forze del proletariato italiano? A chi gli aveva gridato “Lei non conosce il Meridione, il deputato sardo diceva adesso:
           
In Italia il capitalismo si è potuto sviluppare in quanto lo Stato ha premuto sulle popolazioni contadine, specialmente nel Sud. Voi oggi sentite l’urgenza di tali problemi, perciò promettete un miliardo per la Sardegna, promettete lavori pubblici e centinaia di milioni in tutto il Mezzogiorno; ma per fare opera seria e concreta dovreste cominciare col restituire alla Sardegna i 100-150 milioni di imposte che ogni anno estorcete alla popolazione meridionale… Ogni anno lo Stato estorce alle regioni meridionali una somma di imposte che non restituisce in nessun modo, né con servizi di nessun genere… Somme che lo Stato estorce alle popolazioni contadine meridionali per dare una base al capitalismo dell’Italia settentrionale. Su questo terreno delle contraddizioni del sistema capitalistico italiano, si formerà necessariamente,, nonostante tutte le leggi repressive,, nonostante le difficoltà di costituire grandi organizzazioni, l’unione degli operai e dei contadini contro il nemico comune. Voi potete “conquistare lo Stato”, potete modificare i codici, voi potete cercar di impedire alle organizzazioni di esistere nella forma in cui sono esistite fino adesso: non potete prevalere sulle condizioni obiettive in cui siete costretti a muovervi. Voi non fate che costringere il proletariato a ricercare un indirizzo diverso da quello fin’oggi più diffuso nel campo dell’organizzazione di massa. Ciò noi vogliamo dire al proletariato e alle masse cittadine, da questa tribuna: che le forze rivoluzionarie italiane non si lasceranno schiantare, che il vostro torbido sogno non riuscirà a realizzarsi.

L’aula rumoreggiava. Per Gramsci era l’esordio, ed anche il commiato. Mai più avrebbe parlato da quel banco. Si racconta, ma non si hanno in proposito testimonianze dirette, che Mussolini, vedendolo subito dopo alla bouvette della Camera, gli andasse incontro con la mano tesa, per felicitarsi del suo discorso, Gramsci continuò a sorbire il caffè. Ignorando la mano che gli veniva tesa.

* “Dato il modo in cui si è costituita l’Italia in unità, data la debolezza iniziale della  borghesia capitalistica italiana, la massoneria è stata l’unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo.”
** “La prima istintiva e spontanea parola d’ordine del fascismo, dopo l’occupazione delle fabbriche, è stata questa: ‘I rurali controllano la borghesia urbana che non sa essere forte contro gli operai’.”

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