Pagine

15 giugno 2019

da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

opera di Domenico Gnoli
da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

Leo... chiamò con una strana voce sommessa.
L'amante aveva tirato le lenzuola fin sulle orecchie, pareva immerso in un sonno profondo, e da prima o non udì o finse di non udire; ancora una volta Carla si chinò e lo scosse; allora, da quell'ombra del guanciale, arrivò la voce assonnata:
"Perché mi hai svegliato?"
"È tardi" ella disse, sempre con quella sua nuova intonazione bassa e intima; "sarà ora ch'io torni a casa..."
Senza dir parola, senza muovere il resto del corpo, Leo tese un braccio fuori dal letto e accese la lampada; tornò quella luce tranquilla della sera avanti, e Carla riconobbe completamente i mobili, le due porte, quella poltroncina nella quale stava il mucchietto bianco dei suoi panni più intimi, e se stessa seduta sul letto...: l'orologio posato sul tavolino, sotto la lampada, segnava le cinque e mezzo.
"Sono le cinque e mezzo" ripetè con rammarico e irritazione Leo senza voltarsi: "si può sapere perché mi hai svegliato?"
"È tardi" ella ripetè come prima; esitò, poi con precauzione scavalcò il corpo dell'amante e sedette sul bordo del letto.
Egli non parve accorgersene, non le rispose; evidentemente, ella pensò, aveva richiuso gli occhi e si era daccapo addormentato; allora, senza voltarsi, senza curarsi di lui Carla si accinse a rivestirsi.

Nessun commento:

Posta un commento