Il remo con
il gong attacca il valzer
nero
chitarre
cuciono ombre con punti arrotondati.
Sotto la
soglia riverbera la mia casa
oscura
lieve un
candelabro ruba all’altro la lingua
fiammeggiante.
Spiegata
sopra i suoni: armonia d’onda
e gioco;
per altre
mete sempre si sottrae
il fondo.
Se devo al
giorno le grida del mercato e il pallone
azzurro –
ala d’uccello
e tronco di pietra cercano la postura,
per il pas
de deux delle loro notti, tacito a me donato,
Venezia, da
pali e uccelli punteggiata, Occidente e
Oriente!
Solo i
mosaici hanno radici e stanno saldi a terra,
colonne
circondano le boe, resti di maschere
e affreschi.
Nessun
agosto fu in grado di vedere il sole
leonino,
già al
principio d’estate sventolava
la criniera.
Immagina
smisurato chiarore, la zampata sulla
prora,
e sulla scia
della chiglia lo stolto corteo di maschere,
sul parquet allagato
un tessuto navigato a punta,
acqua
salmastra, l’amore e il suo sapore,
introduzione,
poi preludio alla quiete e dopo
nulla,
remi battenti
pause e la coda del mare!
Trad. Luigi
Reitani
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