Domenico Gnoli - White Mice in their Cages
da Come la penso –
Andrea Camilleri
Cinque
favole politicamente scorrette
Gli scheletri
Un palermitano cedette alle insistenze di un suo
amico e andò a trovarlo nel ridente paese del Nord Iliata dove questi viveva.
Un giorno stavano passeggiando in campagna quando l’amico, indicandogli una
villa lontana, disse:
«Lì abita il Cavaliere».
E proprio in quel momento il terreno si aprì e i
due sprofondarono in una profondissima buca. Non si fecero niente, ma capirono
che sarebbe stato impossibile risalire. Cominciarono a chiamare aiuto, però
nessuno accorreva. A un tratto il terreno si smosse ancora e davanti a loro
comparve un’apertura che pareva l’entrata di una galleria. Non avevano scelta,
la varcarono. Era una galleria infatti, lunghissima, e quel che videro li
atterrì. Lungo le pareti c’erano centinaia e centinaia di scheletri, ognuno
illuminato da una piccola lampada. Principiarono a percorrerla, tremanti, nel
tanfo insopportabile perché ancora da qualche osso pendevano lembi di carne
marcia. Camminarono e camminarono sotto lo sguardo delle occhiaie vuote e il
ghigno dei teschi.
«Madonna santa, ma qua è peggio che nella cripta
dei Cappuccini!» balbettò il palermitano.
Allo stremo delle forze, dopo aver percorso
chilometri, videro una porta. Ansanti, l’aprirono. E si trovarono in una
lussuosissima camera da letto. Sbalorditi, si voltarono a guardare da dove
erano venuti. Non avevano aperto una porta, ma le ante dell’armadio del
Cavaliere.
Pubblicato su «Micromega», n. 2, marzo
2001.
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