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12 luglio 2019

da Sole e carne – Arthur Rimbaud

opera di Lisandro Rota
da Sole e carne – Arthur Rimbaud

IV
O splendor della carne! o splendor ideale!
o primavera d’amore, aurora trionfale
in cui, curvando ai loro piedi Dèi ed Eroi,
Callipigia la bianca ed il piccolo Eros,
coperti da una neve di rose, sfioreranno
le donne e i fiori schiusi sotto ai lor piedi!
– O grande Arianna, che singhiozzi sulla riva
vedendo fuggir lontano in mezzo ai flutti,
bianca nel sole, la vela di Teseo,
soave vergine fanciulla che una notte ha spezzato,
placati! Sul suo carro d’oro adorno di neri grappoli,
Lisio, condotto per i campi frigi
da tigri lascive e da fulve pantere,
lungo i fiumi azzurri arrossa i cupi muschi.
– Giove taurino, sul suo dorso, culla come una bimba
il corpo nudo d’Europa, che stringe col candido braccio
il nerboruto collo del Dio, fremente nell’onda.
Egli volge lentamente verso di lei il suo sguardo vago;
ella abbandona la sua pallida guancia in fiore
sulla fronte di Zeus; i suoi occhi sono chiusi; muore
in un bacio divino, e il flutto mormorante
fiorisce la sua chioma della sua schiuma d’oro.
– Fra l’oleandro e il loto chiacchierino
scivola con amore il gran Cigno sognante
abbracciando la Leda fra il candore delle sue ali;
– e mentre passa Cipride, misteriosamente bella,
che, inarcando le splendide rotondità delle sue reni,
ostenta fieramente l’oro dei suoi larghi seni,
ed il suo niveo ventre ornato di muschio nero,
– Eracle, il Domatore, che trionfalmente
avvolge il suo corpo imponente con la pelle di un leone,
con fronte terribile e dolce, s’avanza all’orizzonte.
Sotto il vago chiarore della luna d’estate,
ritta ed ignuda, assorta nel suo dorato pallore
macchiato dall’onda greve delle sue chiome azzurre,
nell’oscura radura stellata di muschio,
la Driade contempla il cielo silenzioso…
– La candida Selene lascia ondeggiare il velo,
trepidante, sui piedi del bell’Endimione,
e dentro un raggio pallido gli manda un dolce bacio…
– Piange lontano la Fonte in una lunga estasi…
È la Ninfa che sogna, un gomito sul vaso,
il bel giovane bianco che la sua onda ha avvolto.
– Un soffio d’amore è passato nella notte
e dentro ai boschi sacri, nell’orrore dei grandi alberi
maestosamente eretti, i cupi Marmi,
gli Dei, sulla cui fronte fa il suo nido il Fringuello,
– gli Dei ascoltano l’Uomo ed il Mondo infinito!

Maggio 1870

Trad. Laura Mazza

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