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29 febbraio 2020

Non Gioco Più - Stefano Rosso

dipinto di Kenne Gregoire
Non Gioco Più - Stefano Rosso

La luna che guardava
due matti ad ascoltare
l'amico che cantava
quel caro vecchio frac
e il vicolo era stretto
la povertà' era grande
buttandosi dal letto
qualcuno disse basta

E fra gli artisti e le puttane
nei caffè turno di notte
noi da buoni vecchi ladri
rubavamo frasi fatte

La la la pallina gira e va
ma il croupier lui dice "Rien va plus"
la la la lasciatemi giocar
ma mi fanno segno d'aspettar

E un libro di poesie
rubò i pensieri miei
e un impegnato ambiguo
rubò l'ingenuita'
le scarpe sono strette
come la povertà
ma con un cacciavite
smantelli una città

E la casa popolare
con una medaglia d'oro
fra i tuoi panni stesi al sole
cavaliere del lavoro

La la la pallina gira e va
ma il croupier lui dice "Rien va plus"
la la la lasciatemi giocar
ma mi fanno segno di aspettar

E il medico di guardia
che sta al pronto soccorso
mi dice che il collega
e' urgente più di te
poi al cinema dossier
col caso Matteotti
che ho visto già sei volte
lui si commuoverà

E la storia e' stata scritta
certo col sangue dei vinti
e qualcuno l'ha già detto
ma c'e' ancora chi ci scrive
e ci veste una canzone
per far prendere coscienza
evitando così i rischi
di cantare e prender fischi

La la la pallina ferma sta
e il croupier non dice "Rien va plus"
la la la fortuna vuoi tentar
mi dispiace ma non gioco più

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