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17 marzo 2020

Saluto a Thomas Mann - József Attila

dipinto di Alfons Karpinski
Saluto a Thomas Mann - József Attila

Come un bambino che riposare vuole,
arrivato al letto finalmente,
ti prega: resta e racconta,
(così della notte non ha paura)
e quando il suo piccolo cuore batte forte,
non sa neanche lui, cosa vuole,
la fiaba o che tu resti là:
così ti preghiamo, siediti qui tra noi e racconta.
Ripeti ciò che hai detto, sebbene ci ricordiamo,
racconta che sei tra noi e noi siamo con te insieme,
noi che abbiamo la sorte del mondo nel cuore.
Tu lo sai, il poeta non mente mai,
dì la verità, non solo il reale,
racconta la luce, che ci illumini la mente,
perchè siamo nel buio se non siamo insieme.
Come Hans Castorp vedeva il corpo di madame Chauchat,
così ci vediamo illuminati dai raggi X ora.
La tua voce calda non è disturbata da alcun rumore,
raccontaci pure, cos'è bello, cos'è male,
dal lutto al desiderio alzando il nostro cuore.
Abbiamo appena seppellito povero Kosztolànyi,
e l'umanità è consumata da Stati mostruosi,
e noi chiediamo con orrore: cosa verrà ancora?
da dove arrivano queste ideologie perverse,
dove si prepara il veleno, che ci verrà dato,
e fino a quando potrai leggerci ancora?...
Si tratta di restare uomo chi è uomo,
e donne le donne, gentili e libere,
e tutti umani, perché l'uomo è sempre di meno...
Accomodati, prego, e comincia la fiaba.
Ti ascolteremo e ci sarà a chi basterà guardarti,
perché contento di vedere un europeo tra i bianchi.

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