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14 aprile 2020

Un amore – Dino Buzzati

Felice Casorati - Nudino, 1921-1923, olio su tavola, 60 x 49 cm
Un amore – Dino Buzzati

Laggiù era la Milano da cui veniva Laide. Le case dei ballatoi col tanfo di gatto, coi vasi fioriti di maggio e le mutande appese e la voce della giovane che canta con abbandono e la lite orrenda fra lui e lei con parole che ripetere sarebbe vergogna, il sole batte sul giardino nobiliare riscaldando un poco le mura giallastre della casa con gli stemmi, chiama lo straccivendolo al mattino che si avvicina a poco a poco e poi è qui di sotto e mentre si pensa è già lontano, il cigolio del tram alla curva, ogni volta gli occhi del ragioniere puntano sibilando sulla nuca dell’impiegatina quindicenne, i pozzi condominiali dei cortili lucidi di pioggia, neri, vitrei, col giradischi al settimo piano che abbandonato fa taa-taa-taa perché lei è rovesciata sul divano e lui la tiene ed ansima, ore undici e mezzo del mattino al termine del mercato dei grani verrà il signor Marsigliani da Borgotaro aveva detto una maschietta bionda per favore, il camioncino scarica i pacchi di bobine, stavolta il boss ènero, Dio solo sa dove collocare questo grisbi, basta tu voglia cara cosa fai? la cameriera? ecco il mio numero se credi, ma una cosa guarda: la pulizia mi raccomando non importano i profumi ma il sapone e il dentifricio sì, quei tipi che ciondolano nel sottopassaggio Carminati lo sai che mancano dell’ombra? la porta cigolò no mamma sono stata dalla Nora a sentir dischi – e parla e parla ho fatto tardi, tremila per sera più la vendita dei fiori più gli incerti mi capisci, non farai qui da me la schizzinosa, tutto sta ad agganciarli certi vecchietti che se li scuoti fanno din din da tanto sono pieni di marenghi la
Milka ne ha pelato uno quest’autunno ch’era uno spettacolo da tanto ributtante ma ci ha rimediato la mezza pelliccia di visone l’hai vista no?

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