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7 giugno 2020

Ode al limone - Pablo Neruda



dipinto di Antonio Donghi
Ode al limone - Pablo Neruda

Da quelle zagare
scatenate
dalla luce della luna,
da quell’
odore di amore
esasperato,
immerso nella fragranza,
uscì
dal limone il giallo,
dal sua planetario
scesero sulla terra i limoni.

Tenera merce!
Si riempirono le coste,
i mercati,
di luce, di oro
silvestre,
e aprimmo
due metà
di miracolo,
acido congelato
che scorreva
dagli emisferi
di una stella,
e il liquore più profondo
della natura,
intrasferibile, vivo,
irriducibile,
nacque dalla freschezza
del limone,
dalla sua casa fragrante,
dalla sua acida, segreta simmetria.

Nel limone tagliarono
i coltelli
una piccola
cattedrale,
l’abside nascosta
aprì alla luce le acide vetrate colorate
e nelle gocce
scivolarono i topazi,
gli altari,
la fresca architettura.

Così, quando la tua mano
impugna l’emisfero
del tagliato
limone sopra il tuo piatto,
un universo d’oro
spargesti,
una
coppa gialla
con miracoli,
uno dei capezzoli odorosi
del petto della terra,
il raggio della luce che si fece frutta,
il fuoco minuto di un pianeta.

1956

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