Pagine

19 giugno 2020

Poema della saeta – Federico Garcia Lorca



Mario Marconato - Sotto la luna, guache china cm 35 x 50, 1978
Poema della saeta – Federico Garcia Lorca

                    A Francisco Iglesias

ARCIERI

Gli arcieri neri
si avvicinano a Siviglia.

Guadalquivir aperto.

Larghi cappelli grigi,
lunghe cappe aperte.

Ah, Guadalquivir!

Vengono dai remoti
paesi della pena.

Guadalquivir aperto.

E vanno a un labirinto.
Amore, cristallo e pietra.

Ah, Guadalquivir!

NOTTE

Cero, lucerna,
lampione e lucciola.

La costellazione
della saeta.

Finestrelle d'oro
tremano,
e nell'aurora dondolano
croci sovrapposte.

Cero, lucerna,
lampione e lucciola.

SIVIGLIA

Siviglia è una torre
piena di eleganti arcieri.

Siviglia per ferire.
Cordova per morire.

Una città che spia
lunghi ritmi
e li piega
come labirinti.
Come tralci di pergola
incendiati.

Siviglia per ferire!

Sotto l'arco del cielo,
sulla chiara pianura,
scocca la costante
saetta del suo fiume.

Cordova per morire!

E folle d'orizzonte,
mescola nel suo vino
l'amarezza di don Giovanni

e la perfezione di Dionisio.

Siviglia per ferire.
Sempre Siviglia per ferire!

PROCESSIONE

Lungo la strada vanno
strani unicorni.
Da quale campo,
da quale selva mitologica?
Da vicino
sembrano astronomi,
fantastici maghi Merlini
e l'Ecce Homo,
Durandarte incantato,
Orlando furioso.

TRANSITO

Madonna in crinolina,
vergine della Solitudine,
aperta come un immenso
tulipano.

Nella tua barca di luci
vai
sull'alta marea
della città,
tra canti oscuri
e stelle di cristallo.
Madonna in crinolina,
te ne vai
sul fiume della strada
fino al mare!

SAETA

Cristo bruno
si muta
da giglio di Giudea
in garofano di Spagna.

Guardatelo di dove viene!

Di Spagna.
Cielo terso e nero,
terra bruciata
e canali dove scorre
lentissima l'acqua.
Cristo bruno,
con le chiome bruciate,
gli zigomi sporgenti
e le pupille bianche.

Guardatelo dove va!

BALCONE

La Lola
canta saetas.
I toreri
la circondano,
e il barbiere
dalla sua soglia
segue il ritmo
con la testa.
Tra il basilico
e la menta,
la Lola canta
saetas.
La Lola, quella
che si guardava
nella vasca.

ALBA

Come l'amore
i cantori
sono ciechi.

Sulla notte verde,
le saetas
lasciano tracce di giglio
caldo.

La chiglia della luna
solea nuvole viola
e le faretre
si riempiono di rugiada.

Ah, come l'amore
i cantori
sono ciechi!

Nessun commento:

Posta un commento