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2 giugno 2020

Saffo - Frammenti I


dipinto di Catherine Abel
Saffo - Frammenti I

A Venere.
O Venere dal soglio
Variopinto, o germoglio
Di Giove, eterno; o d’amorosi furti
Artefice: a te supplico: di rea
Cura e d’angoscia non gravarmi, o Dea.
Vieni, se orecchio attento
Al mio d’amor lamento,
Che spesso io ti mandava, unqua porgesti.
Lo udivi; e, la paterna aula varcata,
A me traevi; e, al cocchio aureo aggiogata
Di passeri leggiadra
Celere coppia, l’adra
Terra, quaggiù menandoti, dall’alto,
Aleggiando agilissima radea,
Per mezzo l’aere; e subito giungea.
Tu, beata, del volto
Immortale a me volto
Il celeste sorriso, onde, chiedevi,
Onde il dolor per ch’io mi trangosciai,
E qual fosse cagion ch’io ti chiamai.
Come il profondo mio
Furïoso desio
Meglio a me piaccia racquetar, per quale
Nuova facondia o laccio altro d’amore:
— Chi, Saffo mia, chi ti martella il core?
Fugge or da te costui?
Fra poco i passi tui
Seguiterà; rifiuta ora i tuoi doni?
Darágli esso medesimo; e’ non t’ama ora?
T’amerà presto, al tuo dispetto ancora. —
Torna a me di presente:
Sana la sanguinente
Ferita mia: quanto il desir domanda
Che tu compia per me, compiere imprendi;
E tu medesima a pugnar meco scendi.

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