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24 luglio 2020

da “Le metamorfosi” – Ovidio



Joseph Mallord William Turner - Storm over the mountains, 1842-3c
da “Le metamorfosi” – Ovidio

Quando così ebbe spartito in ordine quella congerie
e organizzato in membra i frammenti, quel dio, chiunque fosse,
prima agglomerò la terra in un grande globo,
perché fosse uniforme in ogni parte;
poi ordinò ai flutti, gonfiati dall'impeto dei venti,
di espandersi a cingere le coste lungo la terra.
E aggiunse fonti, stagni immensi e laghi;
strinse tra le rive tortuose le correnti dei fiumi,
che secondo il percorso scompaiono sottoterra
o arrivano al mare e, raccolti in quella più ampia distesa,
invece che sugli argini, s'infrangono sulle scogliere.
E al suo comando si stesero campi, s'incisero valli,
fronde coprirono i boschi, sorsero montagne rocciose.
Così come il cielo è diviso in due zone a sinistra
e altrettante a destra, con una più torrida al centro,
la divinità ne distinse la materia interna
in modo uguale e sulla terra sono impresse fasce identiche.
Quella mediana è inabitabile per la calura;
due oppresse dalla neve; e altrettante ne collocò in mezzo
che rese temperate mescolando fuoco e gelo.
Su tutte incombe l'aria, che è più pesante del fuoco
quanto più leggera è l'acqua del suolo.
Lì comandò che si raccogliessero nebbie e nuvole,
e ancora i tuoni che avrebbero poi turbato i nostri cuori,
e i venti che con i fulmini scatenano lampi.

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