9 dicembre 2016

Gorgia - Julien Delmaire

foto di René Groebli
Gorgia - Julien Delmaire  

Georgia è arrivata la brezza
sbrecciando la brina dei nostri sogni
un angelo dalle palpebre imbastite
in un parcheggio di linfa bollente

La notte è qui in ogni grido
che fuoriesce dalla bocca
la notte è qui nel mio intimo
quando il sonno svanisce dal mio letto

Quando traccio sul soffitto
le incrinature del tuo riflesso
quando mi tuffo nel più profondo
dei ricordi occultati

sotto la polvere e la cenere
nella saliva e nel sudore
quando il dolore si fa tenero
e il tuo profumo rischiara

vedo al di là delle mie mani
ciò che disegna il silenzio
bevo le lacrime d’un bambino
mentre la marea riprende

Sulla spiaggia dove muore
l’ultimo guizzo della tua fiamma
sull’ ombra tua che s’assopisce
alla confluenza della mia anima

all’irrompere dell’onda mite schiuma
sulla calda piaga della mia bocca
la tua chiusa d’un tratto cede
come selvatica scintilla

l’otre ingozzato dei nostri miraggi
allineato sul tuo sacrificio
la schiuma nera della riva
ai confini della tua cicatrice

La spuma amara del tuo ventre
scintilla in me come una vigna
il cerchio rosso che concentra
una legione di segni

ancora un respiro di cardi
ancora un fruscio di spine
sui nostri due corpi abbandonati
ancora un’estasi sottratta

(Frammento)

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