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Paragonare la netta vittoria del no alla brexit e alla vittoria di
Trump
Paragonare la netta vittoria del no alla brexit e alla vittoria di
Trump, da parte di importanti giornali stranieri, significa, ancora una
volta, non aver capito nulla della realtà italiana. Attribuire tutto al
Partito democratico lo striminzito 40% ottenuto dal si, nonostante lo
straordinario spiegamento di forze e risorse, da parte di molti analisti
italiani (gli stessi che adesso muovono critiche a Renzi e che prima
del referendum consideravano un genio), significa non solo
non aver capito nulla delle dinamiche che hanno determinato il
risultato referendario, ma far finta di non capire che il si e il no, in
qualsiasi referendum, fatalmente mettono insieme sensibilità diverse
non riconducibili aritmeticamente ai singoli partiti.
Parlare di Renzi, come fanno in tanti, come di un grande leader significa non vedere una persona innamorata di sé stesso e in preda a un delirio di onnipotenza che rifugge ogni confronto; significa non vedere lo sconquasso che ha creato nel suo partito nel tessuto sociale e nel Paese; significa avallare una narrazione di una realtà che gli italiani non sopportano e non perché populisti; significa non capire che la politica e il governo di una grande nazione sono cose diverse dalla realtà di twitter, dalle leopolde, dalle slide, dall’arroganza e dalle scorciatoie plebiscitarie, queste sì, populiste.
Parlare di Renzi, come fanno in tanti, come di un grande leader significa non vedere una persona innamorata di sé stesso e in preda a un delirio di onnipotenza che rifugge ogni confronto; significa non vedere lo sconquasso che ha creato nel suo partito nel tessuto sociale e nel Paese; significa avallare una narrazione di una realtà che gli italiani non sopportano e non perché populisti; significa non capire che la politica e il governo di una grande nazione sono cose diverse dalla realtà di twitter, dalle leopolde, dalle slide, dall’arroganza e dalle scorciatoie plebiscitarie, queste sì, populiste.
e.m.
7 dicembre 2016
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