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10 giugno 2017

La poesia - Il Miraggio – Abed Ismael

Tammam Azzam - Klimt, Freedom Graffiti 

La poesia - Il Miraggio – Abed Ismael

Il bianco non vuole accettare un altro sussurro. Lascia che se ne stia al sicuro nel suo candore, senza nonsense o linguaggio. Impugno questa penna nella speranza che mi faccia afferrare un’idea. Sento solo lo scricchiolio sulla carta e non riesco a catturare nessuna traccia. Nel deserto calpesto una duna dopo l’altra come se dal cielo piovesse solo sabbia. Sono inetto davanti alla poesia – il miraggio.

Oh, come ballano le lettere, creano allucinazioni, soffocano. Il nord è aria e il sud è aria. E il passo tra l’uno e l’altro non è che ombra. E l’ombra possiede la santità dell’inchino. L’ombra è la pesantezza di un’idea sulla carta, e la tenacità della cancellazione dopo uno sguardo furtivo.

Viviamo solo di ombra. Non c’è un davanti né un dietro. Nel punto magico dello zero. Nel cuore della seduzione – la poesia. Si tocca una poesia e si tocca l’evasione. La corsa nell’aria, una bicicletta d’aria per l’adolescente della metonimia. Per le friivolezze della magica bellezza, per la poesia.

E la poesia è il premio del perdente. La consolazione di chi dorme senza sogni. E’ l’eco che risuona o impazzisce, senza nessuna differenza. E la poesia è la cosa e il suo contrario, e anche l’assenza di metrica. La poesia è un’ascesa, un luogo che evade dal suo luogo, una realtà sostenuta solo dalla fuga.

O figlio della contraddizione, figlio dell’idea e della sua antitesi, figlio della differenza al suo picco. O figlio di lettere, immagini e significati che svaniscono. Figlio dell’occultamento e dello svelamento.

Di fronte a un sole bianco che giri sul tuo palmo, rimane solo quest’orribile radiosità, lo schianto torreggiante della luce, questa bellezza di un biondo accecante, questa incandescenza, questa estinzione, questo paradosso, questa scissione, questa perdita.

Le perdite lastricano l’orizzonte nuvola per nuvola. Una pioggia di perdita. E tu, oh vita, dormi negli abiti della perdita, o negli abiti della metafora, perché quelli che dimorano nella caverna si sveglino, perché le ombre a guardia della caverna si sveglino, perché il cane della caverna si svegli. 

Tradotto dall’arabo all’inglese da Fady Joudah e dall’inglese all’italiano da Pina Piccolo

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