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8 giugno 2017

Ritratto a memoria - Wislawa Szymborska

foto di Dariusz Klimczak

Ritratto a memoria - Wislawa Szymborska

All’apparenza tutto torna.
Forma del capo, tratti, corporatura, altezza.
Eppure non è somigliante.
Forse non in questa posa?
Con un diverso colorito?
Forse più di profilo,
come se si girasse per guardare?
Se tenesse qualcosa fra le mani?
Un libro suo? Di altri?
Una mappa? Un binocolo? Un mulinello?
E se indossasse qualcos’altro?
Una divisa del ‘39? La casacca del lager?
La giacca a vento di quell’armadio?
Oppure – come in viaggio per l’altra sponda già
immerso fino alle caviglie,
alle ginocchia, alla vita, al collo? Nudo?
E se qui gli si aggiungesse un qualche sfondo?
Per esempio un prato ancora non falciato?
Giuncheti? Betulle? Un bel cielo nuvoloso?
Forse manca qualcuno accanto a lui?
Con cui discuteva? Scherzava?
Giocava a carte? Beveva?
Un familiare? Un amico?
Qualche donna? Una?
Forse affacciato alla finestra?
Mentre usciva dal portone?
Con un cane randagio ai piedi?
In una folla solidale?
No, no, non serve.
Dovrebbe essere solo,
come si addiceva a taluni.
E forse non con tanta confidenza, da vicino?
Più lontano? E ancora più lontano?
Proprio in fondo al quadro?
Da dove se anche gridasse
non giungerebbe la voce?
E che cosa in primo piano?
Ah, qualunque cosa.
Purché sia un uccello
che sta giusto passando in volo.

da Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore

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