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31 dicembre 2017

Enzo Montano – Bunuel 1962

Enzo Montano – Bunuel 1962

Rinchiude una comunità
di abbienti benpensanti
nel sontuoso salone della formalità,
immobile e gelatinosa,
in Calle de la Providencia.

“E come al teatro,
cominci lo spettacolo!”

I commensali ridono
al tonfo del cameriere
mentre salgono sul palcoscenico
allestito dall’Angelo Sterminatore.
E osserva Luis,
osserva le loro stramberie.
Le costruisce, le scolpisce,
le ripete incessantemente,
e le infilza di ironia,
mentre beffardo sorride dietro
la macchina della magia.
Poi ce le rimanda sullo schermo
in forma di luminosa poesia
in Bianco e Nero.

I convitati si uccidono,
e l’Angelo giustizia ogni ipocrisia.
Arma letale è la punta
aguzza del surrealismo
dissacrante e affilata,
quasi come le zampe di gallina
che spuntano da una elegante borsa
o le pecore sotto il tavolo.

L’immobilismo di secoli non si smuove,
e quando esce finalmente dal ricco salone,
Bunuel lo rinchiude in una chiesa,
vero tempio dell’immutabile.

Hai ragione Luis,
non c’è soluzione o spiegazione
alla staticità della borghesia.

 “Lei puzza di iena!” –
 “Che cosa?” –
  “Dico che lei puzza di iena, Signora.” –

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