dipinto di Pino Daeni
da
Dolce come il cioccolato - Laura Esquivel
(…)
Tita sbatteva, mentre Nacha rompeva i
gusci e versava le uova nel recipiente. Un brivido percorreva il corpo di Tita
e, come si dice volgarmente, le veniva la pelle d’oca ogni volta che si rompeva
un uovo. Associava le uova ai testicoli dei polli che erano stati castrati un
mese prima. I capponi sono galli castrati per l’ingrasso. Per le nozze di Pedro
e Rosaura era stato scelto questo piatto, in quanto era uno dei più prestigiosi
della buona tavola, sia per il lavoro che richiedeva sia per lo straordinario
sapore dei capponi.
Una volta fissata la data delle nozze
per il 12 gennaio, si provvide all’acquisto di duecento polli, i quali, dopo
essere stati operati, vennero subito messi a ingrassare.
L’incombenza ricadde su Tita e Nacha.
Nacha per l’esperienza e Tita come castigo per aver rifiutato, con la scusa di
un mal di testa, di essere presente il giorno in cui erano venuti a chiedere la
mano di sua sorella.
«Non permetterò le tue ribellioni», le
disse Mamma Elena, «né permetterò che tu rovini le nozze a tua sorella, con
quell’atteggiamento da vittima. Da questo momento t’incaricherai dei
preparativi del banchetto, e bada che non voglio né broncio né lacrime. Hai
capito?».
Tita cercava di non dimenticare
quell’avvertimento mentre si accingeva ad affrontare la prima operazione. La
castrazione consiste nell’incidere la pelle che ricopre i testicoli del pollo:
s’infila un dito nel taglio e una volta trovati i testicoli, si strappano via.
Fatto questo, si cuce la ferita e si friziona con burro fresco o con grasso di
gallina. Tita era stata sul punto si svenire quando aveva infilato il dito e
strappato i testicoli del primo pollo. Le mani le tremavano, sudava
abbondantemente e lo stomaco le girava come un aquilone in volo. Mamma Elena
l’aveva fulminata con un’occhiata e le aveva detto:
«Che cosa ti succede? Perché tremi?
Incominciamo a fare storie?». Tita aveva alzato gli occhi e l’aveva guardata.
Aveva voglia di gridarle di sì, che faceva storie, perché il soggetto da
castrare era stato scelto male; se avessero castrato lei, ci sarebbe stato almeno
un motivo reale per negarle il matrimonio e per far prendere a Rosaura il suo
posto a fianco dell’uomo amato. Mamma Elena, leggendole negli occhi, si era
infuriata e aveva rifilato a Tita una schiaffo tale da farla rotolare in terra,
assieme al pollo, che poi era morto a causa dell’operazione mal riuscita.
(…)
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