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18 maggio 2018

da Dolce come il cioccolato - Laura Esquivel

dipinto di Pino Daeni
da Dolce come il cioccolato - Laura Esquivel
(…)
Tita sbatteva, mentre Nacha rompeva i gusci e versava le uova nel recipiente. Un brivido percorreva il corpo di Tita e, come si dice volgarmente, le veniva la pelle d’oca ogni volta che si rompeva un uovo. Associava le uova ai testicoli dei polli che erano stati castrati un mese prima. I capponi sono galli castrati per l’ingrasso. Per le nozze di Pedro e Rosaura era stato scelto questo piatto, in quanto era uno dei più prestigiosi della buona tavola, sia per il lavoro che richiedeva sia per lo straordinario sapore dei capponi.
Una volta fissata la data delle nozze per il 12 gennaio, si provvide all’acquisto di duecento polli, i quali, dopo essere stati operati, vennero subito messi a ingrassare.
L’incombenza ricadde su Tita e Nacha. Nacha per l’esperienza e Tita come castigo per aver rifiutato, con la scusa di un mal di testa, di essere presente il giorno in cui erano venuti a chiedere la mano di sua sorella.
«Non permetterò le tue ribellioni», le disse Mamma Elena, «né permetterò che tu rovini le nozze a tua sorella, con quell’atteggiamento da vittima. Da questo momento t’incaricherai dei preparativi del banchetto, e bada che non voglio né broncio né lacrime. Hai capito?».
Tita cercava di non dimenticare quell’avvertimento mentre si accingeva ad affrontare la prima operazione. La castrazione consiste nell’incidere la pelle che ricopre i testicoli del pollo: s’infila un dito nel taglio e una volta trovati i testicoli, si strappano via. Fatto questo, si cuce la ferita e si friziona con burro fresco o con grasso di gallina. Tita era stata sul punto si svenire quando aveva infilato il dito e strappato i testicoli del primo pollo. Le mani le tremavano, sudava abbondantemente e lo stomaco le girava come un aquilone in volo. Mamma Elena l’aveva fulminata con un’occhiata e le aveva detto:
«Che cosa ti succede? Perché tremi? Incominciamo a fare storie?». Tita aveva alzato gli occhi e l’aveva guardata. Aveva voglia di gridarle di sì, che faceva storie, perché il soggetto da castrare era stato scelto male; se avessero castrato lei, ci sarebbe stato almeno un motivo reale per negarle il matrimonio e per far prendere a Rosaura il suo posto a fianco dell’uomo amato. Mamma Elena, leggendole negli occhi, si era infuriata e aveva rifilato a Tita una schiaffo tale da farla rotolare in terra, assieme al pollo, che poi era morto a causa dell’operazione mal riuscita.
(…)

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