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18 maggio 2018

da “A sud del confine, a ovest del sole” - Haruki Murakami

Cora and Tiana - Watercolor 
da “A sud del confine, a ovest del sole” - Haruki Murakami
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Inzumi mi invidiava il fatto di esser figlio unico. Non andava d’accordo né col fratello né con la sorella; diceva che erano due imbecilli senza un briciolo di sensibilità e aggiungeva: “se quei due non ci fossero più, tirerei un sospiro di sollievo! Non credi sia il massimo non avere fratelli? Vorrei tanto essere figlia unica! potrei fare quello che voglio senza che nessuno mi disturbi!”.
Al nostro terzo appuntamento le diedi un bacio. Quel giorno lei era venuta a casa mia e mia madre a un certo punto era uscita a fare delle compere. Io e Inzumi eravamo rimasti in casa. Avvicinai il mio viso al suo e appoggiai le mie labbra sulle sue. Lei chiuse gli occhi e rimase in silenzio. Mi ero preparato già una dozzina di frasi di scusa, nel caso si fosse arrabbiata o avesse voltato il viso dall’altra parte, ma non furono necessarie. Sempre con le labbra poggiate sulle sue, le passai un braccio attorno alle spalle e la strinsi più forte a me. Eravamo verso la fine dell’estate e lei indossava un vestito di tela indiana a strisce bianche e blu. Era legato sui fianchi da un cordoncino che le penzolava dietro come una coda. Col palmo della mano le sfiorai la chiusura del reggiseno dietro la schiena. Sentivo il suo respiro sul collo ed ero così emozionato che il cuore mi stava per schizzare fuori. Le sfiorai le cosce con il pene, diventato così duro che sembrava stesse per scoppiare. Lei si limitò a scostarsi leggermente. Non sembrava infastidita o offesa.
Rimanemmo abbracciati a lungo così, sul divano del soggiorno.
(…)

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