Cora and Tiana - Watercolor
da “A sud del confine,
a ovest del sole” - Haruki Murakami
(…)
Inzumi
mi invidiava il fatto di esser figlio unico. Non andava d’accordo né col
fratello né con la sorella; diceva che erano due imbecilli senza un briciolo di
sensibilità e aggiungeva: “se quei due non ci fossero più, tirerei un sospiro
di sollievo! Non credi sia il massimo non avere fratelli? Vorrei tanto essere
figlia unica! potrei fare quello che voglio senza che nessuno mi disturbi!”.
Al
nostro terzo appuntamento le diedi un bacio. Quel giorno lei era venuta a casa
mia e mia madre a un certo punto era uscita a fare delle compere. Io e Inzumi
eravamo rimasti in casa. Avvicinai il mio viso al suo e appoggiai le mie labbra
sulle sue. Lei chiuse gli occhi e rimase in silenzio. Mi ero preparato già una
dozzina di frasi di scusa, nel caso si fosse arrabbiata o avesse voltato il
viso dall’altra parte, ma non furono necessarie. Sempre con le labbra poggiate
sulle sue, le passai un braccio attorno alle spalle e la strinsi più forte a
me. Eravamo verso la fine dell’estate e lei indossava un vestito di tela
indiana a strisce bianche e blu. Era legato sui fianchi da un cordoncino che le
penzolava dietro come una coda. Col palmo della mano le sfiorai la chiusura del
reggiseno dietro la schiena. Sentivo il suo respiro sul collo ed ero così
emozionato che il cuore mi stava per schizzare fuori. Le sfiorai le cosce con
il pene, diventato così duro che sembrava stesse per scoppiare. Lei si limitò a
scostarsi leggermente. Non sembrava infastidita o offesa.
Rimanemmo
abbracciati a lungo così, sul divano del soggiorno.
(…)
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