dipinto di Annik Bouvattier
Sonetto LXII – Pablo NerudaAhimé, ahinoi, beneamata,
solo volemmo, amore, amarci,
e tra tanti dolori fu disposto
che noi due soli fossimo feriti.
Volemmo il tu e l'io per noialtri,
il tu del bacio, l'io del pan segreto,
così era tutto, eternamente semplice,
fino a che l'odio entrò dalla finestra.
Odia chi non amò il nostro amore,
né altro amore; sventurati
come le sedie d'una sala sperduta,
fino a che s'impigliaron nella cenere
e il volto minaccioso ch'essi avevano
si spense nel crepuscolo spento
Nessun commento:
Posta un commento