dipinto di Annick Bouvattier
Sonetto LXI – Pablo NerudaL'amore recò la sua coda di dolori,
il suo lungo raggio statico di spine
e chiudiamo gli occhi perché nulla,
perché nessuna ferita ci separi.
Non è colpa dei tuoi occhi questo pianto:
le tue mani non affondaron questa spada:
i tuoi piedi non cercaron questa spada:
giunse al tuo cuore il miele cupo.
Quando l'amore come un'onda immensa
ci sfracellò contro la pietra dura,
c'impastò in un'unica farina,
cadde il dolore su altro dolce volto,
e nella luce della stagione aperta
si consacrò la primavera ferita.
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