dipinto di Jack Vettriano
da “Estasi culinarie”
- Muriel Barbery
(…)
Sento
Paul e Anna che parlano sottovoce nel corridoio. Socchiudo gli occhi. Come al
solito, incontro con lo sguardo la curva perfetta di una scultura di Fanjol,
regalo di compleanno di Anna per i miei sessant’anni. Mi sembra sia passata una
vita. Paul entra piano nella stanza. Di tutti i nipoti, maschi e femmine, è il
solo che ami e che stimi, il solo che accetti di vedere nelle mie ultime ore di
vita; a lui solo, oltre che a mia moglie, ho confidato la mia angoscia prima di
non riuscire quasi più a parlare.
“E’
un piatto? Un dessert?” ha chiesto Anna con voce rotta dai singhiozzi.
Non
sopporto di vederla in questo stato. La amo, come ho sempre amato gli oggetti
belli della mia vita. E’ così. Da padrone ho sempre vissuto e da padrone
morirò, senza scrupoli né propensione a sentimentalismi, senza nessun rimorso
per aver accumulato beni né per aver conquistato anime e individui come si
compra un quadro di valore. Le opere d’arte hanno un’anima. Forse proprio
perché so che non si possono ridurre alla semplice vita minerale, agli elementi
inanimati che le compongono, non ho mai provato la benché minima vergogna a
considerare Anna la più bella di tutte queste opere, lei che con la sua
bellezza levigata e la sua dignitosa dolcezza ha allietato per quarant’anni le stanze
del mio regno.
Non
mi piace vederla piangere. Al crepuscolo della mia vita sento che si aspetta
qualcosa, che soffre per la fine imminente che si profila all’orizzonte delle
prossime ore, teme che io scompaia nello stesso vuoto di parole che intratteniamo
fin dal giorno del nostro matrimonio – lo stesso vuoto, ma adesso definitivo,
irrevocabile, senza la speranza né l’alibi che forse domani è un altro giorno.
So che pensa o sente tutto questo, ma non me ne curo. Noi due non abbiamo
niente da dirci, e lei dovrà accettare questa mia volontà. Vorrei solo che lo
capisse, per placare le sue sofferenze e soprattutto il mio fastidio.
Ormai
niente ha più importanza. Eccetto questo sapore che inseguo nei recessi della
memoria e che, furente per un tradimento che io nemmeno ricordo, mi resiste e
ostinatamente mi sfugge.
(…)
Nessun commento:
Posta un commento