dipinto di Kenton Nelson
E’ ancora presto, ma è così scuro - Michail N. AjzenbergE’ ancora presto, ma è così scuro
che non riesco a leggere neppure una riga.
Ma c’è pure, lo ricordo, un segno.
C’era o non c’è?
Non è mica stato il fischio del poliziotto a trapanarmi il cervello,
non è mica stato il capoccia a ficcarmi un timbro da scemo.
Com’è che qui attorno è così buio pesto?
Non si è certo disturbati da nessuno
se su questa panchina si sospira per due.
Si fa a pezzi, si disfa,
la luce che risponde.
Ma c’era pur stato un segno.
Vedo la vita, presa per paura,
imbavagliata dalla folla.
Ma c’era pur stato un suono!
Qualcuno soffre con te.
Vedi: la notte d’un tratto si ritira.
Vedi: è tutto disegnato.
“Qui sono stati Vòvik e Kostantin”.
Sappi, sono già stati qui.
Ricorda, non sei più solo.
Traduzione di Gario Zappi, su Poetica, anno 1 n. 1 aprile 1989
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