7 luglio 2018

Intervista con Atropo - Wislawa Szymborska

Intervista con Atropo - Wislawa Szymborska

La signora Atropo?
Esatto, sono io.
Delle tre figlie della Necessità
Lei è quella con la fama peggiore.
Grossa esagerazione, poetessa mia.
Cloto tesse il filo della vita,
ma quel filo è sottile,
non è difficile tagliarlo.
Lachesi con la pertica ne fissa la lunghezza.
Non sono innocentine.
Però le forbici sono in mano Sua.
Giacché lo sono, ne faccio uso.
Vedo che anche ora, mentre conversiamo…
Sono lavorodipendente, questa è la mia natura.
Non si sente annoiata, stanca,
assonnata quantomeno di notte? No, davvero no?
Senza ferie, weekend, feste comandate
o almeno brevi pause per una sigaretta?
Ci sarebbero arretrati, e questo non mi piace.
Uno zelo inconcepibile.
Senza mai qualche riconoscimento,
premi, menzioni, coppe, medaglie?
Magari diplomi incorniciati?
Come dal barbiere? Molte grazie.
Qualcuno L’aiuta? E se sì, chi?
Un paradosso niente male – appunto voi, mortali.
Svariati dittatori, numerosi fanatici.
Benché non sia io a costringerli.
Per loro conto si danno da fare.
Di sicuro anche le guerre devono rallegrarLa,
in quanto danno un bell’aiuto.
Rallegrarmi? È un sentimento sconosciuto.
Non sono io che invito a farle,
non sono io che ne guido il corso.
Ma lo ammetto: è grazie a loro soprattutto
che posso stare al passo.
Non Le dispiace per i fili tagliati troppo corti?
Più corti, meno corti –
solo per voi fa la differenza.
E se uno più forte volesse sbarazzarsi di Lei
e provasse a mandarLa in pensione?
Non ho capito. Sii Più chiara.
Riformulo la domanda: Lei ha un Superiore?
… Passiamo alla domanda successiva.
Non ne ho altre.
In tal caso, addio.
O per essere più esatti…
Lo so, lo so. Arrivederci.

da Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore

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