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5 settembre 2018

da “Crocevia” - Mario Vargas Llosa

Nicolas Rene Jollain - Diana e Callisto 1770, olio su tela cm 53 x 64
da “Crocevia” - Mario Vargas Llosa
(…)
Alcune ore dopo, quando si svegliò, la luce grigiastra del giorno entrava nella stanza, appena smorzata dalle persiane, e Marisa era da sola nel letto. La vergogna la faceva rabbrividire tutta. Quella cosa era accaduta davvero? Non era possibile, no, no. Invece si, certo che era accaduta. A quel punto udì un rumore nel bagno e, spaventata, chiuse gli occhi, fingendo di dormire. Li socchiuse e, attraverso le ciglia, scorse Chabela già vestita e preparata, pronta per andarsene.
- Scusami tanto, Marisita, ti ho svegliata, - la sentì dire, con il tono più naturale del mondo.
- Figurati, - balbettò lei,  convinta che la sua voce si udisse appena. - Vai già via? Non fai neanche colazione?
- No, tesoro, - ribatté l’amica: non le tremava la voce e non pareva a disagio; era come al solito, senza traccia di rossore sulle guance e con uno sguardo assolutamente normale, senza un pizzico di malizia né di furbizia nei grandi occhi scuri e con i capelli neri un po’ scarmigliati. - scappo, così arrivo dalle piccole prima che escano per andare a scuola. Grazie mille per l’ospitalità. Ci sentiamo, un bacio.
(…)
Traduzione di Federica Niola
Giulio Einaudi Editore s.p.a. Torino 2016

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