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5 settembre 2018

da “Crocevia” - Mario Vargas Llosa

dipinto di Kenton Nelson
da “Crocevia” - Mario Vargas Llosa
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Per tutta la settimana non osò telefonare a Chabela, aspettando con ansia che la chiamasse lei. Che strano! Non avevano mai passato così tanti giorni senza vedersi o sentirsi. O, forse pensandoci bene, non era poi così strano: magari si sentiva a disagio come le e di sicuro attendeva che fosse Marisa l’iniziativa. Era arrabbiata? E perché mai, non era stata Chabela a fare il primo passo? Lei si era limitata a metterle una mano sulla gamba, e poteva essere un gesto casuale, involontario, senza intenzioni di sorta. Era stata Chabela a prenderle la mano e a farsi toccare e masturbare. Che audacia! Quando arrivava a quel punto le scappava da ridere e si sentiva le guance calde, di sicuro rossissime. Continuò a sentirsi così per il resto della settimana, un po’ distratta, immersa in quel ricordo, seguiva gli impegni della sua agenda senza grande partecipazione, le lezioni di italiano da Diana, il tè delle zie per la nipote di Margot che finalmente si sarebbe sposata, due cene di lavoro con i soci di Quique aperte anche alle mogli, l’inevitabile visita ai genitori per il tè, il cinema con la cugina Matilde, a guardare un film senza la minima attenzione perché non riusciva a togliersi quella cosa dalla testa e a tratti si domandava se non fosse stato soltanto un sogno. E il pranzo con le compagne di scuola, la conversazione inevitabile, che Marisa seguiva soltanto a tratti, sul povero Cachito, sequestrato da circa due mesi. Dicevano che fosse venuto da New York un esperto della compagnia assicurativa, per negoziare il riscatto con i terroristi, e che la povera Nina, la moglie, andasse dallo psicologo per non impazzire. Marisa era talmente distratta che una di quelle sere, mentre faceva l’amore con Enrique, all’improvviso si rese conto che il marito aveva perso l’entusiasmo e le diceva: - Non capisco cosa ti succede, gringuita, in dieci anni di matrimonio non mi sembra di averti mai visto cos’ tiepida. Sarà il terrorismo? Meglio se dormiamo.
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Traduzione di Federica Niola
Giulio Einaudi Editore s.p.a. Torino 2016

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