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8 settembre 2018

da “Crocevia” - Mario Vargas Llosa

dipinto di Aldo Balding
da “Crocevia” - Mario Vargas Llosa
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Come da programma, Marisa e Chabela si incontrarono all’aeroporto Jorge Chàvez un’ora e mezzo prima che decollasse il volo notturno della Lan per Miami. Andarono nella sala Vip a bere un’acqua minerale in attesa della partenza. Le sedie erano quasi tutte occupate, ma trovarono un tavolino appartato, vicino al bar. Marisa aveva i capelli sciolti trattenuti da un nastro, ed era senza trucco, i capelli biondi che ondeggiavano, l’espressione fresca, con un paio di pantaloni color cannella, i mocassini e una grande borsa in tinta. Chabela, invece, truccata con cura, indossava una gonna verde chiaro, una blusa scollata, una giacchetta di pelle e i sandali. Portava i capelli neri raccolti nella solita lunga treccia, che le scendeva sulla schiena fino alla vita.
- Meno male che Quiche ti ha dato il permesso, è meraviglioso che tu possa fare questo viaggio con me, - disse Chabela, sorridente, non appena si sedettero, - E quanto sei bella stasera. Da cosa dipenderà?
- Credevo che avrei faticato a strappargli il permesso e ne avevo già pensato di tutti i colori, - rise Marisa, arrossendo. - Tutto inutile. Mi ha detto subito sì, vai pure. A dire il vero in questi ultimo giorni mio marito è un po’ strano. Assente, con la testa tra le nuvole. Senti, a proposito di bellezza, anche tu sei magnifica con quella treccia.
(…)
Traduzione di Federica Niola, Giulio Einaudi Editore s.p.a. Torino 2016

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