dipinto di Aldo Balding
da “Crocevia” - Mario
Vargas Llosa
(…)
Come
da programma, Marisa e Chabela si incontrarono all’aeroporto Jorge Chàvez
un’ora e mezzo prima che decollasse il volo notturno della Lan per Miami.
Andarono nella sala Vip a bere un’acqua minerale in attesa della partenza. Le
sedie erano quasi tutte occupate, ma trovarono un tavolino appartato, vicino al
bar. Marisa aveva i capelli sciolti trattenuti da un nastro, ed era senza
trucco, i capelli biondi che ondeggiavano, l’espressione fresca, con un paio di
pantaloni color cannella, i mocassini e una grande borsa in tinta. Chabela,
invece, truccata con cura, indossava una gonna verde chiaro, una blusa
scollata, una giacchetta di pelle e i sandali. Portava i capelli neri raccolti
nella solita lunga treccia, che le scendeva sulla schiena fino alla vita.
-
Meno male che Quiche ti ha dato il permesso, è meraviglioso che tu possa fare
questo viaggio con me, - disse Chabela, sorridente, non appena si sedettero, -
E quanto sei bella stasera. Da cosa dipenderà?
-
Credevo che avrei faticato a strappargli il permesso e ne avevo già pensato di
tutti i colori, - rise Marisa, arrossendo. - Tutto inutile. Mi ha detto subito
sì, vai pure. A dire il vero in questi ultimo giorni mio marito è un po’
strano. Assente, con la testa tra le nuvole. Senti, a proposito di bellezza,
anche tu sei magnifica con quella treccia.
(…)
Traduzione
di Federica Niola, Giulio Einaudi Editore s.p.a. Torino 2016
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