dipinto di Aldo Balding
da “Crocevia” - Mario
Vargas Llosa
(…)
-
So benissimo cos’è successo a Quique, - disse Chabela, facendosi seria
all’improvviso. - La stessa cosa che è successa a Luciano, a te, a me, a tutti,
figlia mia. A furia di black-out, bombe, sequestri, chi può vivere tranquillo
in questa città? In questo paese. Meno male che ci liberiamo di tutto almeno
per questo fine settimana. Di Cachito non si sa ancora niente?
-
Pare che i rapitori abbiano chiesto sei milioni di dollari alla famiglia -
disse Marisa. - E’venuto un gringo dell’assicurazione
da New York, a negoziare per conto della compagnia. Quel poveretto è scomparso
da più di due mesi, vero?
-
Io conosco Nina, sua moglie, - assentì Chabela. - La poveretta non riesce a
riprendersi. Sta andando da uno psicologo. Sai qual è la cosa che mi spaventa
di più, Marisa? Non ho paura per Luciano o per me. Ma per le mie due figlie. Ho
gli incubi se penso che potrebbero rapirle.
E
raccontò a Marisa che lei e Luciano stavano valutando l’idea di rivolgersi a
Prosegur, un’azienda che si occupava di sicurezza, perché sorvegliasse la casa
e la famiglia, soprattutto le due bambine. Ma costava una fortuna!
-
Ci ha pensato anche Quique, dopo che hanno rapito Cachito, - disse Marisa. - Ma
abbiamo desistito, ci hanno detto che è pericolosissimo. se assumi delle
guardie del corpo sono proprio loro a derubarti o a rapirti. In che razza di
paese ci è toccato nascere, Chabelita!
-
Pare che in Colombia sia ancora peggio, Marisa. Lì non solo ti rapiscono, ti
mozzano le dita o le orecchie per convincere la famiglia e non so quali altri
orrori.
-
Che fortuna passare tre giorni a Miami, lontano da tutto questo, - disse
Marisa, togliendosi gli occhiali e guardando l’amica con gli occhi azzurri
pieni di malizia. Vide che Chabela arrossiva leggermente e, ridendo per
dissimulare, le prendeva il braccio e glielo stringeva. Allora lei allungò la
mano, la passò sui capelli dell’amica e aggiunse: - Sai che questa treccia ti
dona tantissimo, tesoro?
-
Avevo paura che non accettassi il mio invito, - mormorò Chabela, abbassando un
po’ la voce e stringendole di nuovo il braccio.
-
Non sono mica matta, - esclamò Marisa e osò fare una battuta: - Sai benissimo
quanto mi piace Miami!
Fece
una risata e Chabela la imitò. Risero per un po’, arrossendo entrambe,
guardandosi negli occhi con complicità e un accenno di spudoratezza,
nascondendo il turbamento che avvertivano.
(…)
Traduzione
di Federica Niola, Giulio Einaudi Editore s.p.a. Torino 2016
Nessun commento:
Posta un commento