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30 dicembre 2019

da Un amore – Dino Buzzati

opera di Georgy Kurasov
da Un amore – Dino Buzzati

A un tratto Antonio si accorse che dinanzi a lui camminava una ragazza. Indossava un abito color lillà-cenere con profilature bianche, di tessuto a pied-de-poule, un corpetto tipo bolero della stessa stoffa, molto stretto in vita, la sottana gonfia e corta, come si usava. Il braccio destro teso in giù a sostenere una grossa borsa di pelle, camminava a passi decisi, imperiosi, quasi arroganti, senza muovere le anche, con un portamento bellissimo e
orgoglioso di sé, facendo battere, con un autoritario a piombo, i tacchi alti e sottili. Nel moto le giovanissime gambe avevano un rapido guizzo interno, dalla caviglia, su per la svasatura dei polpacci, e oltre, lungo la emozionante progressione muscolare che si perdeva nella gonna.
Come quasi tutte le donne, sebbene l’illuminazione interna impedisse un nitido riflesso, la ragazza volgeva spesso la faccia alle vetrine, a specchiarsi. Ma rapidamente, senza una precisa intenzione: come per una abitudine divenuta istinto. Antonio così poteva intravedere il tipo.
Lo scorcio della guancia disegnato senza un pentimento, il naso diritto e sporgente con espressione curiosa, i capelli lunghi e nerissimi tesi all’indietro e raccolti in un compatto chignon. La bocca non riusciva a vederla, ma la poteva prevedere data la linea affilata del mento. Doveva essere piccola, ferma e presuntuosa.

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