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1 gennaio 2018

I doppi eterei – Annette von Droste-Hulshoff

Catherine Abel - reflections of Grace
I doppi eterei – Annette von Droste-Hulshoff

Conosci le ore quando siamo beati
Ne sonno e nella strana grazia d’essere svegli?
Era una notte destata dal bacio della rugiada,
Il buio sentivo scorrermi sulla guancia,
Fresco come una pioggia delicata,
Il tendaggio sembrava muoversi dondolando –
L’orecchio avvertiva intorno una calma profonda,
Ma in testa avevo un leggero ronzio.

Ero tranquilla e leggera come una piuma,
Galleggiavo, con le palpebre semichiuse;
Scintille disperse accendevano il sangue,
Mi sentivo accerchiata da lievi suoni;
Era l’ora in cui l’orologio riposa,
L’ora degli spiriti, dei compagni onirici dispersi.
Era una notte in cui al mattino ci si chiede:
Si è fatto giorno allora o adesso?

E sempre più chiaro si faceva il dolce suono,
Quel caro riso; come dei dagherrotipi
Cominciarono a nuotare lungo il soffitto,
Bisbigli, come di voci giovanili,
Come di un canto quasi obliato ed esitante:
Simili a lucciole, vidi occhi ardere,
Divennero umidi, poi azzurri e miti,
E ai miei piedi sedeva un bel bambino.

Guardava verso di me, serio e teso
Come se dallo sguardo gli sgorgasse l’anima,
Ora chiudeva, con dolorosa convulsione, la mano,
ora la scuoteva, radioso d’estasi,
E attento, attento si arrampicava adagio
Sulla mia spalla e – dove andò a finire? –

O fossero voci di spiriti nell’aria
Quelle che mi arrivano come cinguettii!
O fosse solo esalazione di tomba il leggero olezzo
Che sospirava attorno a me dai tempi passati!
Ma solo il mio cuore è la loro tomba tranquilla,
E i miei venerati, i miei benedetti di un tempo,
Vivono tutti, sono tutti in cammino! –
Forse per loro benedizione, certo per mio tormento.


Traduzione di Gio Batta Bucciol
Da “Poesia”  n. 290, febbraio 2014. Crocetti Editore

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