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da “Malte Laurids Brigge” – Rainer Maria Rilke
Bibliothèque Nationale
(…)
E forse tutto era
fermo e c’era solo una vertigine dentro di noi per cui tutto sembrava girare.
Non avevo tempo di riflettere; ero grondante di sudore e sentivo agitarsi
dentro di me uno spasimo estenuante, come se il sangue portasse con sé qualcosa
di troppo grosso che mi dilatava le vene. Sentii che mi mancava l’aria e che
ormai respiravo solo i residui altrui: i polmoni mi si fermavano.
Ora è finita; ho
superata la crisi. Sono seduto in camera mia accanto al lume; fa solo un po’
freddo perché non ho il coraggio di provare la stufa: se si mettesse a fumare e
fossi costretto a uscire di nuovo? Sto seduto e rifletto: se non fossi così
povero affitterei un’altra stanza, una stanza con dei mobili non tanto
consumati, non così piena della presenza dei vecchi inquilini. In principio mi
era veramente difficile posare la testa su questa spalliera; c’è una zona
grigio-umida nel verde della stoffa, che sembra fatta per tutte le teste. Per
molto tempo ho usato la precauzione di stendere un fazzoletto sotto i capelli;
ma ora sono troppo stanco: trovo che va bene anche così e che il piccolo incavo
è fatto proprio per la
mia testa, su misura.
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