Ehi,amico mio, dove sei?
la mia voce rimbomba nei polmoni e
scorre lungo gli stipiti della casa tua desolata.
E' maggio la nebbia offusca e bagna
la tua finestra amico, ha i vetri rotti torpore sugli alberi
una scala di legno poggiata sul muro è traballante.
Il vocabolario è povero privo di sottigliezze
mi serve una parola amico, che passa dal greco,
una di quelle che si appendono dalle travi del soffitto
dal gancio di centro dondolante solitaria che aspetta
me e te tornare.
Da "Poesie del tredici" di Alexandra Zambà
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