dipinto di Malcolm Liepke
Quasi fuori dal cielo… - Pablo Neruda
Quasi fuori dal cielo si ancora tra due montagne
la metà della luna.
Girevole, errante notte, la scavatrice d’occhi.
Vediamo quante stelle sbriciolate nella pozzanghera.
Fa una nera croce tra le mie ciglia, fugge.
Fucina di metalli azzurri, notti di lotte silenziose,
il mio cuore gira come un volante impazzito.
Fanciulla venuta da così lontano, portata da così lontano,
a volte il suo sguardo sfavilla sotto il cielo.
Lamento, tempesta, turbine di furia,
passa sopra il mio cuore, senza fermarti.
Vento dei sepolcri, trasporta, distruggi, disperdi la tua radice sonnolenta.
Sradica i grandi alberi dall’altro lato di lei.
Ma tu, chiara bimba, domanda di fumo, spiga.
Era quella che il vento andava formando con le foglie illuminate.
Dietro le montagne notturne, bianco giglio d'incendio,
ah nulla posso dire! Era fatta di tutte le cose.
Angoscia che apristi il mio cuore a coltellate,
è ora di seguire altra strada, dove lei non sorrida.
Temporale che sotterrò le campane, torbido svolazzare di tormente
perché toccarla ora, perché intristirla.
Ahi seguire la strada che si allontana da tutto,
dove non stiano in agguato l'angoscia, la morte, l'inverno,
con i loro occhi aperti tra la rugiada.
Quasi fuori dal cielo si ancora tra due montagne
la metà della luna.
Girevole, errante notte, la scavatrice d’occhi.
Vediamo quante stelle sbriciolate nella pozzanghera.
Fa una nera croce tra le mie ciglia, fugge.
Fucina di metalli azzurri, notti di lotte silenziose,
il mio cuore gira come un volante impazzito.
Fanciulla venuta da così lontano, portata da così lontano,
a volte il suo sguardo sfavilla sotto il cielo.
Lamento, tempesta, turbine di furia,
passa sopra il mio cuore, senza fermarti.
Vento dei sepolcri, trasporta, distruggi, disperdi la tua radice sonnolenta.
Sradica i grandi alberi dall’altro lato di lei.
Ma tu, chiara bimba, domanda di fumo, spiga.
Era quella che il vento andava formando con le foglie illuminate.
Dietro le montagne notturne, bianco giglio d'incendio,
ah nulla posso dire! Era fatta di tutte le cose.
Angoscia che apristi il mio cuore a coltellate,
è ora di seguire altra strada, dove lei non sorrida.
Temporale che sotterrò le campane, torbido svolazzare di tormente
perché toccarla ora, perché intristirla.
Ahi seguire la strada che si allontana da tutto,
dove non stiano in agguato l'angoscia, la morte, l'inverno,
con i loro occhi aperti tra la rugiada.
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