dipinto di Bo Bartlett
Ode al carro della legna – Pablo Neruda
Il carro della legna
dei boschi.
Fragrante fardello
di legname puro!
Nessuna
mano
su questo
cuore
si fermò,
solamente
l’acciaio
delle asce, il
volo repentino
degli uccelli e, con
la morte,
il bacio
oscuro della terra!
Carri dal monte,
legna
appena ferita,
scontrosi
pali
tagliati
e sanguinanti,
muti,
in ordine, belli
come eroi morti,
appoggiati
nell’ultimo
viaggio
verso
il falò.
Quebracho, carrubi,
roveri, pini, rovi,
tronchi bruniti
dalla
crescita
della vita sulla terra,
induriti come minerali
e tuttavia
teneri
padri delle foglie,
del sussurro, del nido,
crollaste
distrutti
da minuscoli
uomini
che sembravano
larve e che
improvvisamente
alzarono le loro asce
come pungiglioni:
poi
cadde l’albero, la terra
suonò
come se la colpissero nelle ossa
e si levò un’onda
di polvere e di profumo
di polveroso aroma.
Anche me
colpisti nella tua caduta:
sopra
il mio cuore
educato nella fredda
ombra
delle montagne
il filo
delle asce
cadde tagliando rami
e alzando voli e suoni!
Ahi! chi
potrà
fermare
il corso
del fiume della legna,
retrocedere il cammino,
restituirlo alla selva:
raddrizzare
di nuovo
la maestà
antica
sopra
la terra assassinata
e attendere
che ritornino
gli uccelli incendiati,
il canto pieno e puro
delle foglie,
la fragrante
salute
del legname!
Il carro della legna
dei boschi.
Fragrante fardello
di legname puro!
Nessuna
mano
su questo
cuore
si fermò,
solamente
l’acciaio
delle asce, il
volo repentino
degli uccelli e, con
la morte,
il bacio
oscuro della terra!
Carri dal monte,
legna
appena ferita,
scontrosi
pali
tagliati
e sanguinanti,
muti,
in ordine, belli
come eroi morti,
appoggiati
nell’ultimo
viaggio
verso
il falò.
Quebracho, carrubi,
roveri, pini, rovi,
tronchi bruniti
dalla
crescita
della vita sulla terra,
induriti come minerali
e tuttavia
teneri
padri delle foglie,
del sussurro, del nido,
crollaste
distrutti
da minuscoli
uomini
che sembravano
larve e che
improvvisamente
alzarono le loro asce
come pungiglioni:
poi
cadde l’albero, la terra
suonò
come se la colpissero nelle ossa
e si levò un’onda
di polvere e di profumo
di polveroso aroma.
Anche me
colpisti nella tua caduta:
sopra
il mio cuore
educato nella fredda
ombra
delle montagne
il filo
delle asce
cadde tagliando rami
e alzando voli e suoni!
Ahi! chi
potrà
fermare
il corso
del fiume della legna,
retrocedere il cammino,
restituirlo alla selva:
raddrizzare
di nuovo
la maestà
antica
sopra
la terra assassinata
e attendere
che ritornino
gli uccelli incendiati,
il canto pieno e puro
delle foglie,
la fragrante
salute
del legname!
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