7 giugno 2020

Ode alle forbici - Pblo Neruda



dipinto di Kelly Reemtsen
Ode alle forbici - Pblo Neruda

Prodigiose
forbici
(somiglianti
a uccelli,
a pesci),
lucidate siete come le armature
della cavalleria.

Da due coltelli lunghi
e traditori,
sposati e incrociati
per sempre,
da due
piccoli fiumi
legati,
risultò una tagliente creatura,
un pesce che nuota in tempestose tele,
un uccello che vola
nei
negozi di parrucchiere.

Forbici
odorose
in
mano
della zia
sarta,
quando con il suo metallico
occhio bianco
guardarono
la nostra
accantonata
infanzia
e raccontavamo
ai vicini
i nostri furti di baci e susine.


nella casa
e dentro il loro nido
le forbici incrociarono
le nostre vite
e dopo
quanta
tela
tagliarono e tagliarono
per spose e morti,
per neonati e ospedali
tagliarono
e tagliarono,
e il capello
contadino
duro
come pianta nella pietra,
e le bandiere
che dopo
fuoco e sangue
macchiarono ed onorarono,
e io fusto
delle vigne in inverno,
il filo
della
voce
nel telefono.

Delle forbici dimenticate
tagliarono sul tuo ombellico
il filo
della madre
e ti consegnarono per sempre
la tua separata parte di esistenza:
altre, non necessariamente
oscure,
taglieranno qualche giorno
il tuo vestito di defunto.

Le forbici
furono
in ogni luogo:
esplorarono
il mondo
tagliando
ugualmente
allegria
e tristezza:
tutto fu panno
per le forbici:
titaniche
forbici
di sartoria,
belle come crociere,
minuscole
che tagliano unghie,
dandole forma di calante luna,
sottili,
sottomarine forbici
del chirurgo
che tagliano il groviglio
o il nodo sbagliato nel tuo intestino.

E qui con le forbici
della ragione
taglio la mia ode,
perché non si allarghi e non si increspi,
perché
possa
cadere nella tua tasca
piegata e preparata
come
un paio
di forbici.

1956

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