Era una notte d'autunno, ma nel cielo splendeva la luna.
I cinque ricci, due grossi e tre piccolini, si avviarono in fila indiana verso un campo di meli.
Trotterellarono nell'erba, poi si fermarono sotto i primi alberi.
A terra c'erano delle mele che il vento aveva fatto cadere.
Si misero subito al lavoro: con i musetti e le zampette fecero rotolare le mele, spingendole in mucchio.
Ma le mele cadute erano poche. Papà e mamma riccio si guardarono attorno, scelsero un albero molto curvo e vi si arrampicarono.
Poi, dondolandosi sul ramo carico di mele, con scossoni regolari, ne fecero cadere tante.
Discesero. Spinsero anche queste mele vicino alle altre.
Poi tutti si arrotolarono e si sdraiarono sui frutti che rimasero infilzati nei loro aculei.
Il papà e la mamma riccio ne portarono sette, otto per ciascuno, i piccoli di meno.
Così carichi di mele, se ne tornarono in fila indiana nella loro tana.
I cinque ricci, due grossi e tre piccolini, si avviarono in fila indiana verso un campo di meli.
Trotterellarono nell'erba, poi si fermarono sotto i primi alberi.
A terra c'erano delle mele che il vento aveva fatto cadere.
Si misero subito al lavoro: con i musetti e le zampette fecero rotolare le mele, spingendole in mucchio.
Ma le mele cadute erano poche. Papà e mamma riccio si guardarono attorno, scelsero un albero molto curvo e vi si arrampicarono.
Poi, dondolandosi sul ramo carico di mele, con scossoni regolari, ne fecero cadere tante.
Discesero. Spinsero anche queste mele vicino alle altre.
Poi tutti si arrotolarono e si sdraiarono sui frutti che rimasero infilzati nei loro aculei.
Il papà e la mamma riccio ne portarono sette, otto per ciascuno, i piccoli di meno.
Così carichi di mele, se ne tornarono in fila indiana nella loro tana.
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