foto di Edouard Boubat
Piccola antologia palatina - Diego Valeri La bella si assopisce. Lieve
palpitano le palpebre,
poi calano e quiete si posano,
come foglie di rosa.
Breve il sonno. La bella, ora, s'è desta,
ride dai grandi occhi di giada.
*
Primaluce; e tu posi quieta
sotto le palpebre, sotto i seni.
Nell'incerto albore ti scopri e ti celi
come la rosa, nuda e segreta.
*
Dove posi lo sguardo
svegli in sussulto le cose.
Eppure è sguardo di velluto
e come d'ombra; ma un'ombra più viva
del sole sul muro.
Il tuo sguardo è il colore del paesaggio, del mare.
*
"Che abbiamo fatto, amore?" trasognato chiedevo.
Dori sorrise: "Abbiamo fatto l'amore, amore".
*
Perché mi sei presso coi tuoi chiari incanti,
con la tua pace di umano fiore,
queti mi stanno sul cuore,
ad ali chiuse, i miei muti canti.
*
Notte, tu più non hai per me
dolci braccia, una spalla dolce,
su cui posare la tempia,
ad ascoltare
il tuo muto passo che va.
*
Il paesaggio del tuo piccolo corpo
ha un respiro di luci e di ombre,
di terre e di acque,
di fronde verdi, di dolci colline
sotto un sole di aurora.
Se poso la guancia sul tuo petto
odo gemere ancora gli usignuoli notturni.
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