René Magritte - Golconda
Non vedono – Enzo MontanoNon sono capaci di vedere gli idioti,
volano in alto dove tutto è riflesso d’oro
abbacinante che deforma il profilo delle cose.
Dall’alto, dove gli idioti si riuniscono,
anche le città sono perfette geometrie
e prospettive di continue linee rette:
i campi sono verdi o gialli
e le demarcazioni nette, senza inganno.
Gli idioti non vedono e sorridono,
inconsapevoli sorridono all’effimero
che l’esistenza offre a piene mani.
Gioiscono gli idioti del loro talento smisurato
nel filtrare quello che accade,
e colorare di rosa il grigio e il nero:
anime magnanime sono gli individui
e gli scontri, anche i più cruenti,
o gli abbandoni feroci oppure gli egoismi atroci,
sono celati da sipari di gaiezza
perché loro, gli idioti,
hanno sempre mille spiegazioni
per qualsiasi avversità o affronto.
Gli idioti non distinguono
una manciata d’amore gettata
a terra come un’elemosina nel cappello
consunto di chi è aduso ad altre sofferenze,
sono incapaci di vedere l’esca
che nasconde aghi uncinati
che infliggono ferite profonde fino all’anima.
Se solo qualcuno togliesse
i loro occhiali che trasformano
il falso in vero, se finalmente
gli idioti fossero capaci di guardare
appena dopo la loro dabbenaggine,
noterebbero le periferie e il degrado
oltre le nitide geometrie di linee rette,
leggerebbero le sfumature dei colori e dei fatti,
saprebbero aggirare gli sbarramenti del silenzio,
comprendere un travestimenti proditorio,
saprebbero definire le sofferenze e gli inganni
e riconoscere gli ami nascosti dentro l’esca.
Cosi gli idioti vivrebbero una
consapevolezza, forse,
dolorosa e meno colorata,
ma certo senza la corruzione del vero
o della carità di filantropici ipocriti
bisognosi di lavacri per gli egoismi.
O forse, più semplicemente,
gli idioti amano le foreste incantate
popolate da fate e cervi bianchi;
preferiscono pensare che il canto
ininterrotto delle cicale non sia
lenta agonia, ma solo l’inno
all’oleandro giallo o al viola del lupino,
nell’immobilità azzurra dell’estate.
Volano gli idioti perché sognano,
e nel sogno si possono scambiare
per carezze anche le sciabolate.
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