Dagestan State Nature Reserve
Michail Lermontov - Il sogno Nel Daghestan scosceso bruciava il mezzogiorno,
ed io giacevo inerte dal piombo trapassato:
l'orribile ferita bruciava ancora intorno;
a goccia a goccia il sangue colava inesorato.
Solo giacevo steso nella sabbiosa valle.
Si stringevano le rupi frastagliate e contorte:
il sole divampava sulle loro vette gialle
e su me, chiuso in un sonno tenace come morte.
Sognavo... Nel mio luogo natale, a tarda sera,
ferveva un gran banchetto fra ceri sfavillanti:
giovani donne, cinte da fresca primavera
di fiori, discorrevano di me gaie e festanti.
Ma sola, pensierosa, ignara del rumore
delle altre, una sedeva stretta in silenzio arcano:
in un funereo sogno pareva il giovane cuore
sperduto e trasportato chissà dove, lontano...
Essa un profondo borro del Daghestan sognava,
dove una forma nota giaceva irrigidita:
fumava, nereggiando nel petto, una ferita,
e il sangue a goccia a goccia, seccando al sole, colava.
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