Pomarico - Matera
Berenice. Le città invisibili - Italo Calvino
Anziché
dirti di Berenice, città ingiusta, che incorona con triglifi abachi
metope gli ingranaggi dei suoi macchinari tritacarne (gli addetti al
servizio di lucidatura quando alzano il mento sopra le balaustre e
contemplano gli altri, le scalee, i pronai si sentono ancora più
prigionieri e bassi di statura), dovrei parlarti della Berenice
nascosta, la città dei giusti, armeggianti con materiali
di fortuna nell'ombra di retrobotteghe e sottoscale, allacciando una
rete di fili e tubi e carrucole e stantuffi e contrappesi che s'infiltra
come una pianta rampicante tra le grandi ruote dentate (quando queste
s'incepperanno, un ticchettio sommesso avvertirà che un nuovo esatto
meccanismo governa la città); anziché rappresentarti le vasche profumate
delle terme sdraiati sul cui bordo gli ingiusti di Berenice intessono
con rotonda eloquenza i loro intrighi e osservano con occhio
proprietario le rotonde carni delle odalische che si bagnano, dovrei
dirti come i giusti, sempre guardinghi per sottrarsi alle spiate dei
sicofanti e alle retate dei giannizzeri, si riconoscano dal modo di
parlare, specialmente dalla pronuncia delle virgole e delle parentesi;
dai costumi che serbano austeri e innocenti eludendo gli stati d'animo
complicati e ombrosi; dalla cucina sobria ma saporita, che rievoca
un'antica età dell'oro: minestrone di riso e sedano, fave bollite, fiori
di zucchino fritti.
Da questi dati è possibile dedurre un'immagine della Berenice futura, che ti avvicinerà alla conoscenza del vero più d'ogni notizia sulla città quale oggi si mostra. Sempre che tu tenga conto di ciò che sto per dirti: nel seme della città dei giusti sta nascosta a sua volta una semenza maligna; la certezza e l'orgoglio d'essere nel giusto - e d'esserlo più di tanti altri che si dicono giusti più del giusto - fermentano in rancori rivalità ripicchi, e il naturale desiderio di rivalsa sugli ingiusti si tinge della smania d'essere al loro posto a far lo stesso di loro. Un'altra città ingiusta, pur sempre diversa dalla prima, sta dunque scavando il suo spazio dentro il doppio involucro delle Berenici ingiusta e giusta.
Detto questo, se non voglio che il tuo sguardo colga un'immagine deformata, devo attrarre la tua attenzione su una qualità intrinseca di questa città ingiusta che germoglia in segreto nella segreta città giusta: ed è il possibile risveglio - come un concitato aprirsi di finestre - d'un latente amore per il giusto, non ancora sottoposto a regole, capace di ricomporre una città più giusta ancora di quanto non fosse prima di diventare recipiente dell'ingiustizia. Ma se si scruta ancora nell'interno di questo nuovo germe del giusto vi si scopre una macchiolina che si dilata come la crescente inclinazione a imporre ciò che è giusto attraverso ciò che è ingiusto, e forse è il germe d'un'immensa metropoli...
Dal mio disscorso avrai tratto la conclusione che la vera Berenice è una successione nel tempo di città diverse, alternativamente giuste e ingiuste. Ma la cosa di cui volevo avvertirti è un'altra: che tutte le Berenici future sono già presenti in questo istante, avvolte l'una dentro l'altra, strette pigiate indistricabili.
Da questi dati è possibile dedurre un'immagine della Berenice futura, che ti avvicinerà alla conoscenza del vero più d'ogni notizia sulla città quale oggi si mostra. Sempre che tu tenga conto di ciò che sto per dirti: nel seme della città dei giusti sta nascosta a sua volta una semenza maligna; la certezza e l'orgoglio d'essere nel giusto - e d'esserlo più di tanti altri che si dicono giusti più del giusto - fermentano in rancori rivalità ripicchi, e il naturale desiderio di rivalsa sugli ingiusti si tinge della smania d'essere al loro posto a far lo stesso di loro. Un'altra città ingiusta, pur sempre diversa dalla prima, sta dunque scavando il suo spazio dentro il doppio involucro delle Berenici ingiusta e giusta.
Detto questo, se non voglio che il tuo sguardo colga un'immagine deformata, devo attrarre la tua attenzione su una qualità intrinseca di questa città ingiusta che germoglia in segreto nella segreta città giusta: ed è il possibile risveglio - come un concitato aprirsi di finestre - d'un latente amore per il giusto, non ancora sottoposto a regole, capace di ricomporre una città più giusta ancora di quanto non fosse prima di diventare recipiente dell'ingiustizia. Ma se si scruta ancora nell'interno di questo nuovo germe del giusto vi si scopre una macchiolina che si dilata come la crescente inclinazione a imporre ciò che è giusto attraverso ciò che è ingiusto, e forse è il germe d'un'immensa metropoli...
Dal mio disscorso avrai tratto la conclusione che la vera Berenice è una successione nel tempo di città diverse, alternativamente giuste e ingiuste. Ma la cosa di cui volevo avvertirti è un'altra: che tutte le Berenici future sono già presenti in questo istante, avvolte l'una dentro l'altra, strette pigiate indistricabili.
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