Castelsaraceno - Potenza
Eusapia. Le città invisibili - Italo Calvino
Non
c'è città più di Eusapia propensa a godere la vita e a sfuggire gli
affanni. E perché il salto dalla vita alla morte sia meno brusco, gli
abitanti hanno costruito una copia identica della loro città sottoterra.
I cadaveri, seccati in modo che ne resti lo scheletro rivestito dipelle
gialla, vengono portati là sotto a continuare le occupazioni di prima.
Di queste, sono i momenti spensierati ad
avere la preferenza: i più di loro vengono seduti attorno a tavole
imbandite, o atteggiati in posizione di danza o nel gesto di suonare
trombette. Ma pure tutti i commerci e i mestieri dell' Eusapia dei vivi
sono all'opera sottoterra, o almeno quelli cui i vivi hanno adempiuto
con più soddisfazione che fastidio: l'orologiaio, in mezzo a tuttigli
orologi fermi della sua bottega, accosta un'orecchia incartapecorita a
una pendolascordata; un barbiere insapona con il pennello secco l'osso
degli zigomi d'un attore mentre questi ripassa la parte scrutando il
copione con le occhiaie vuote; una ragazza dal teschio ridente munge una
carcassa di giovenca. Certo molti sono i vivi che domandano per dopo
morti un destino diverso da quello che già toccò loro: la necropoli è
affollata di cacciatori di leoni, mezzesoprano, banchieri, violinisti,
duchesse, mantenute, generali, più di quanti mai ne contò città vivente.
L'incombenza di accompagnare giù i morti e sistemarli al posto voluto è
affidata a una confraternita di incappucciati. Nessun altro ha accesso
all'Eusapia dei morti e tutto quello che si sa di laggiù si sa da loro.
Dicono che la stessa confraternita esiste tra i morti e che non manca di
dar loro una mano; gli incappucciati dopo morti continueranno nello
stesso ufficio anche nell'altra Eusapia; lasciano credere che alcuni di
loro siano già morti e continuino a andare su e giù. Certo, l'autorità
di questa congregazione sull'Eusapia dei vivi è molto estesa. Dicono che
ogni volta che scendono trovano qualcosa di cambiato nell'Eusapia di
sotto; i morti apportano innovazione alla loro città; non molte, ma
certo frutto di riflessione ponderata, non di capricci passeggeri. Da un
anno all'altro, dicono, l'Eusapia dei morti non si riconosce. E i vivi,
per non essere da meno, tutto quello che gli incappucciati raccontano
delle novità dei morti, vogliono farlo anche loro. Così l'Eusapia dei
vivi ha preso a copiare la sua copia sotterranea. Dicono che questo non è
solo adesso che accade: in realtà sarebbero stati i morti a costruire
l'Eusapia di sopra a somiglianza della loro città. Dicono che nelle due
città gemelle non ci sia più modo di sapere quali sono i vivi e quali i
morti.
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