Claudia Formiconi
Contrasti
Prefazione
di Grazia Fresu
Collana di
Poesia Il Liocorno
Bastogi
Editrice Italiana, Foggia, 2013 € 8,00
La
foto della copertina è di Luca Caserta
Trentotto
perle da contemplare in tutto il loro splendore di riflessi multicolori con
decisa prevalenza del rosso passione.
Sono
gioielli senza tempo!
Nel loro
dispiegarsi, i versi di Claudia Formiconi, consegnano al lettore momenti densi
di sensazioni, lo inducono a danzare su davanzali di finestre sospese, nello
spazio. Ogni pagina è paragonabile ad una stanza dell’intimo dove, tra
riverberi di mille sfumature di rosso, è possibile incontrare qualunque
protagonista, sia esso storicamente vero, oppure immagine riflessa dell’io
lettore stimolato dalla sapienza creativa di Claudia. Da quelle finestre si
osserva lo scorrere, talvolta lento, poi impetuoso, del fiume tempo senza alcun
riferimento spaziotemporale. Tutto può essere riconducibile a un vissuto
personale in quanto sono assenti elementi storici e geografici, ogni verso si
pone al di fuori della dimensione del tempo, ed ogni pensiero traccia decisi
segnali del trambusto interiore della brava poetessa, a cominciare dai titoli
di alcuni componimenti: Dolce inganno, Ghiaccio bollente, Inquietudine,
Strappo, ecc.
Nell’immaginario
viaggio, tra i chiaroscuri dell’interiorità,
(... cirri di luce nembi d’ombre / strappati dal
magico libro / della mia esistenza.) trova spazio
qualunque luogo e qualunque momento del meraviglioso universo femminile:
bellezza, forza, passione, erotismo, mistero, conflitti, complicità, dedizione,
l’esigenza di volare sempre oltre!
“Disegno la mappa del mio essere, / sangue pelle si
fanno respiro / sentiero di luce siderale...”
Sono versi
scarni e immediati eppure densi di emozioni meravigliose che arrivano fin
dentro le asperità dell’anima, lì dove si avverte l’impeto di forzare i sogni
per trovarne la sorgente.
“... Percorrerai i miei recessi sfiorandoli appena /
le tue orme leggere / sorvoleranno la terra del desiderio ancestrale. /
L’intima sfera di me bacerà le tue ciglia / tra il delicato disegno del corpo /
e il soffio eterno dell’anima.”
I contrasti
di Claudia sono evidenti e, al tempo stesso, è forte la sensazione di un intimo
profondo, custodito con meticolosità, del quale si lascia intravedere,
attraverso feritoie aleatorie, solo alcuni aspetti di una personalità complessa
e tormentata.
“Il mio piede varcherà la soglia sconosciuta / percorrerà
lieve, torrenti secolari. (...) Inciamperà e riprenderà il cammino / le
correnti lo guideranno....”
Nell’ideale
viaggio nel giardino delle meravigliose tempeste dei sensi si percepiscono gli
echi di Cleopatra o Isabella Morra, mentre cantano l’amore e la passione
sterminata, la loro continua ricerca delle ali necessarie per farli librare.
“Rami di mughetti per cavigliere / ghirlande di
biancospino per i miei fianchi. / Come edera mi avvinco al sogno. / Vivo /
nell’incertezza del domani.”
Potrebbe
essere Cleopatra mentre offre i suoi polsi dalle azzurre vene ai suoi amanti,
ipotesi di vette mai raggiunte;
“...dolce fluttuare di sangue / s’addensa il respiro
nel grembo / che genera l’essere. / Estatico movimento / brandelli di pelle
come foglia viva...”
No sono
versi equiparabili ai i sospiri di Isabella Morra che non riesce a spiccare il
volo dalle vette di Valsinni, sua eterna prigione? Risaltano i contrasti,
talvolta insopportabili, tra le costrizioni di invisibili sbarre e la voglia di
sprigionare il proprio essere per farlo volare tra le stelle.
“Conchiglia perfetta / indecifrata / sostanza
complessa nel tuo scrigno / della mia speculare forma trattenuta”.
Non
secondaria è l’evidente carnalità disegnata da versi dalla grande carica
erotica con i quali il corpo lo si collega con tutti gli elementi della natura:
mare, vento, terra, uomo, donna. Di quel mondo dove il sesso, la carnalità,
l’essere donna (e uomo) sono parte essenziale e dove la passione diventa un
giardino meraviglioso.
“Cercami / tra gli spazi infiniti della mente /
Chiamami / tra fasci di luce intervallati / Guardami / quando la luce del
giorno s’arresta / Amami / tra spini candidi a primavera / Prendimi / di notte
/ tra le pieghe corrotte di complici lenzuola”.
Contrasti
forti, talvolta insopportabili e per addolcirli è necessario ricorrere alla
forza del proprio essere, mutuare la realtà con le sterminate praterie dei
sogni, luoghi necessari per far decantare l’immensa energia del fuoco vitale.
“....fuoco di sangue nel petto / le nari avidamente
s’inebriano / nella giostra dei sensi / rapiscono il dolce sentire / si nutrono
del respiro / come vertigine / affonda l’antico. / ....Il canto precede
l’incanto / è il respiro di Venere / è l’opera prima / da cui / tutto ebbe
inizio”.
Come negli
scenari fantastici delle mille e una notte, nei canti di Claudia Formiconi, vi
sono elementi simbolici connotativi: scrigni, melograni, bacche rosse, frutti
dolci, rovi, spine...
“bacche rosse cingeranno il mio corpo // chi
inanellerà i miei capelli con rovi dimore?”.
Trentotto
canti trasudanti passione, nel lato senso della parola, che si leggono
rapidamente, che bisogna rileggere e assimilare lentamente. Alla fine del
processo, quando i versi diventano parte di noi stessi, si avverte una nota di
spossatezza leggera che svanisce dopo le ultime due meravigliose perle, Oriente
e Piacere.
“... / Scimitarre lucenti / vibrate delizie / scolpite
col fuoco / il fiore /delle mille e una notte”.
Lo
straordinario riferimento al crocevia di miti orientali è il preludio al
trentottesimo sigillo che apre al desiderio irrefrenabile di avere tra le mani
il secondo lavoro di Claudia per continuare a leggere del suo sentire del suo
farsi idea e sogno.
“Scivolo in te / il respiro s’arresta, / profondo /
l’ansimo mi prende, / tronfio / blasfemo. / Mi strappi capelli / mi laceri
l’anima, / velluto la tua bocca / come marchio di fuoco / sublima / l’infamia
del nostro piacere”.
Claudia
Formiconi è nata a Roma.
Ha
collaborato con Il nuovo Giornale dei poeti. Ha lavorato in Rai. Scrive
su Silarus, Alla Bottega ed altre riviste letterarie. Attualmente
collabora con la testata giornalistica online L’ideale come critica
artistico-letteraria e dove cura una sua rubrica “Introspezioni” che tratta di
poesia.
Da anni
collabora con alcune gallerie d’arte di Roma.
Ha curato la
“Bibliografia” di Rudy De Cadaval, edita dalla Kronos Europea.
Contrasti è la sua prima raccolta di versi.
Enzo Montano
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